Sertori (Cgil) lancia un appello
«Difendiamo la scuola pubblica»

Tobia Sertori, segretario provinciale della Flc Cgil di Bergamo, dopo le parole del premier Berlusconi sulla scuola pubblica, invia un appello a genitori, docenti e studenti.

Tobia Sertori, segretario provinciale della Flc Cgil di Bergamo, dopo le parole del premier Berlusconi sulla scuola pubblica, invia un appello a genitori, docenti e studenti.

«Rivolgo un accorato e preoccupato appello ai genitori, docenti, non docenti, studenti ,alla società civile, agli intellettuali, alle associazioni professionali. Il silenzio è complice di chi, come il premier Berlusconi, offende non solo gli insegnanti della scuola pubblica italiana, ma offende profondamente tutti i genitori e gli studenti che hanno frequentato e frequentano la scuola pubblica (la scuola della Repubblica).

L'affermazione fatta il 16 aprile da Berlusconi, dove dice che “i genitori oggi possono scegliere liberamente quale educazione dare ai loro figli e sottrarli a quegli insegnamenti di sinistra che nella scuola pubblica inculcano ideologie e valori diversi da quelli della famiglia”, porta dentro il rischio evidente di creare non una scuola libera, laica, pubblica (la scuola della nostra Costituzione), ma una scuola, questa sì, di unico pensiero, di indottrinamento, di partito unico; una scuola di un regime che possa educare i futuri cittadini come sudditi obbedienti, cresciuti senza libertà di critica e di opinione.

Lo Stato Italiano recluta i propri docenti senza chiedere né tessera di partito, né a quale religione appartengano, né se sono iscritti al sindacato, ma tramite pubblici concorsi e graduatorie pubbliche. E cosa dire di quei parlamentari di Governo, con a capo la soubrette Carlucci, che chiedono una Commissione d'inchiesta sui libri di Storia nelle nostre scuole? Qualcuno si ricorda dei libri bruciati molto tempo fa (ma non così troppo lontano) perchè non consoni al pensiero di chi governava allora e cosa ha significato la cancellazione della libertà di stampa e di pensiero???

Temo per questo Paese un declino, temo per il futuro dei miei figli, temo il ritorno ad un non senso civico e ad una società violenta non più disposta al dialogo, al confronto e al reciproco rispetto. E' necessario che le intelligenze, le coscienze si risveglino e rispondano con parole, azioni e partecipazione per difendere ciò che è più importante per un Paese civile e democratico: una scuola e un'istruzione libera per tutti e dove l'insegnamento è libero nel rispetto di tutti gli alunni/studenti».

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