Treni, peggio del Far West
Sale la protesta dei pendolari

Stipati su vagoni sporchi e senza controlli, i pendolari alzano la voce e vanno all'attacco. Nel mirino c'è la linea Milano-Brescia-Venezia che serve anche le stazioni della Bassa bergamasca.

Stipati su vagoni sporchi e senza controlli, i pendolari alzano la voce e vanno all'attacco. Nel mirino c'è la linea Milano-Brescia-Venezia che serve anche le stazioni della Bassa bergamasca. Le contestazioni sulla pessima qualità del servizio sono indirizzate a Tln, la società mista tra Trenitalia e le Nord e dalla Regione Lombardia. Sono due i treni nel mirino: il 2088 che ferma anche nella stazione di Treviglio alle 8,02 per arrivare a Milano Centrale alle 8,35 e il treno 10637 che parte alle 18,15 da Milano Centrale e ferma anche a Treviglio alle 18,44 e a Romano alle 18,52. Cosa non funziona? I posti a sedere sono insufficienti, c'è scarsa pulizia e mancano i controlli sui treni: sono questi i disservizi che fanno maggiormente imbufalire i viaggiatori dei due affollatissimi treni.

«In tutto il mese di marzo tra Treviglio e Milano sul treno 2088 il controllore si è visto solo quattro volte e altrettante sul treno 10637», scrive Paolo Rivi, rappresentante del Comitato pendolari della Milano-Brescia. E i risultati in negativo sono evidenti, come sottolineano i pendolari: «I treni regionali sono ormai diventati terra di nessuno, o meglio un Far West dove conta la legge del più forte, non esistono più regole, si urla, si schiamazza, si fuma, o peggio si ascolta la musica a tutto volume, si occupano sedili con le valigie e la gente resta in piedi».

Sono arrabbiatissimi i numerosi abbonati alla prima classe, non tanto per fare i vip, ma per cercare di avere qualche garanzia in più sul posto a sedere. Le loro legittime aspettative invece vengono annullate dal fatto che non passano i controllori a fare spostare chi non è in regola o addirittura non ha proprio il biglietto.
«Se non si possono garantire i posti a chi ha pagato il biglietto di prima classe è meglio che non si vendano affatto evitando di fare pagare un servizio che non si può garantire ai viaggiatori», commentano al comitato della Milano-Brescia. Sul treno delle 18,15 in partenza da Milano Centrale sempre affollato, vengono poi sistematicamente chiuse in partenza da Milano alcune carrozze, obbligando i viaggiatori a stringersi come sardine in quelle che rimangono aperte.

La pulizia e il degrado delle carrozze sono un altro tasto dolente. Rivi dei pendolari della Milano-Brescia racconta a questo proposito un episodio eclatante: «L'altra sera cercando di riprendermi il mazzo di chiavi caduto sotto il sedile, ho ritrovato i resti di un panettone… forse di qualche anno fa». Il Comitato dei pendolari della Milano-Brescia fa poi una serie di domande specifiche alla Regione e a Trenitalia e in primo piano c'è il sensibile peggioramento delle condizioni dei viaggi su questa linea. Una situazione che i viaggiatori non si spiegano visti i milioni di euro spesi per il quadruplicamento della linea, realizzato tra Treviglio e Milano e inaugurato quattro anni fa. Poi c'è la questione dei tempi di percorrenza tra Milano e Brescia, che sono aumentati. I pendolari si chiedono inoltre perché non si parla degli Eurostar city che costano cari e perché i treni regionali devono sempre stare dietro gli altri e viaggiare con meno carrozze di quelle che sarebbero necessarie.

Altre critiche sono riservate alla qualità e alla quantità delle informazioni che vengono date ai viaggiatori. I pendolari vorrebbero notizie più puntuali e chiare in modo da potersi regolare per tempo nelle scelte e negli spostamenti. Restano infine da chiarire altre questioni come i buchi di orario: ore senza treni regionali tra le due principali città della Lombardia. Un problema annoso e ancora aperto, nonostante si parli sempre di cadenzamento dell'orario sulla linea Milano-Brescia-Venezia, la più importante e redditizia del Nord Italia.

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