Il pane si vende a peso netto:
pagate, ma occhio al sacchetto

Guardando gli scontrini del pane, il cittadino spesso non capisce se la tara del sacchetto viene tolta. «La lamentela può sembrare banale e invece non lo è affatto, perché il problema esiste», dice il presidente dell'Unione panificatori.

Guardando gli scontrini del pane, il cittadino spesso non capisce se la tara del sacchetto viene tolta o meno. «La lamentela può sembrare banale e invece non lo è affatto, perché il problema esiste», racconta
Roberto Capello, presidente dell'Unione regionale panificatori e dell'Aspan Bergamo.

«Innanzitutto è bene chiarire che c'è un regolamento preciso sulla questione che impone al panificatore o al dipendente che pesa e consegna il pane al cliente di vendere la merce a peso netto, quindi senza considerare il prezzo del sacchetto sul costo finale».

Le verifiche fatte da L'Eco di bergamo nei maggiori supermercati e panifici artigianali confermano che succede tutto nel pieno rispetto delle regole. In sostanza il panettiere esegue la pesata con il pane nel sacchetto perché sulla bilancia è impostata automaticamente la funzione che toglie la tara del sacchetto stesso.

Il problema è che spesso sullo scontrino non si comprende se la tara del sacchetto è stata davvero tolta: «Il consiglio – continua Capello – è quello di chiedere lumi al proprio panettiere di fiducia, altrimenti ogni volta che si acquista il pane, considerato un prezzo al chilo di 4 euro e un peso del sacchetto di 15 grammi, si rischia di pagare fra i 3 e i 5 centesimi in più per nulla»

Pane meno salato
Intanto arriva anche un pane meno salato e tutto bergamasco. La riduzione del contenuto di sale dal 2% all'1,8% (che dal 1 luglio 2012 scenderà all'1,7%) e un pane tutto bergamasco, la “Garibalda”, che sta crescendo notevolmente a livello di notorietà e di vendite non solo sono già una realtà, ma candidano Bergamo a diventare una vera e propria “terra di pane” conosciuta in tutta Italia.

Lo ha annunciato Roberto Capello, presidente dell'Aspan della provincia di Bergamo e della Lombardia, durante l'assemblea annuale dei panificatori bergamaschi tenutasi nella sede dell'associazione a Grassobbio.

«Da inizio anno – ha spiegato Capello – i panificatori bergamaschi associati ad Aspan (circa 400) stanno impastando il pane con un contenuto di sale inferiore rispetto al passato sulla base di un indirizzo europeo recepito dal Ministero della salute a fine 2010: i panifici bergamaschi sono infatti passati dal 2% all'1,8% di sale in meno e, dal 1 luglio del 2012, la percentuale di sale contenuta nel pane verrà ridotta all'1,7% con una riduzione di 90 grammi di sale pro-capite l'anno.

Leggi tutti i dettagli su L'Eco di Bergamo del 31 maggio

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