Dalle polveri sottili all'ozono
Aria pessima, Bergamo a rischio

Dalle polveri sottili all'ozono. Cambia il nome dell'«inquinante», ma il risultato è sempre lo stesso: respiriamo aria cattiva, anzi cattivissima. Lo dice l'Ispra che ha pubblicato il VII Rapporto sulla qualità dell'ambiente urbano.

Dalle polveri sottili all'ozono. Cambia il nome dell'«inquinante», ma il risultato è sempre lo stesso: respiriamo aria cattiva, anzi cattivissima. Lo dice l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) che ha pubblicato il VII Rapporto sulla qualità dell'ambiente urbano.

Stando ai dati dell'Ispea in tutti i capoluoghi si sono avuti sforamenti della soglia di 120 microgrammi per metro cubo d'aria, ma le città più inquinate sono quelle della Val Padana, in particolare Bergamo, Milano, Monza, Novar e Padova.

Si fa dunque sempre più pressante l'appello a prendere provvedimenti per ridurre l'inquinamento da ozono nei mesi più caldi dell'anno, limitando le immissioni degli altri inquinanti – soprattutto monossido di carbonio, ossidi di azoto e composti organici volatili – la cui presenza è indispensabile alla formazione di questo gas.

Il fenomeno è stazionario ormai dalla fine degli anni '90, nonostante le riduzioni sensibili fatte registrare dai principali inquinanti che determinano la formazione del gas. Molto può però essere fatto per mitigare gli effetti sulla popolazione nei periodi più critici, con campagne di informazione e sistemi di allerta, sul modello di quelli già utilizzati per le ondate di calore.

L'ozono è un gas di colore azzurro, velenoso, instabile e dall'odore pungente. È presente negli strati alti dell'atmosfera (stratosfera, a 15-60 km di altezza), ma anche, in piccole quantità, nell'aria che respiriamo (troposfera). Lo strato di ozono presente nella stratosfera ha un effetto protettivo dalle radiazioni ultraviolette del sole. Quello presente nella troposfera, invece, contribuisce all'inquinamento dell'aria, è nocivo per l'uomo e per l'ambiente.

Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, l'inquinamento da ozono causa in Europa 14mila ricoveri per malattie respiratorie all'anno e 21mila decessi prematuri, soprattutto fra gli anziani. E, complice il bel tempo, i mesi estivi sono quelli in cui questo inquinante è più presente nell'aria che respiriamo. L'ozono, quale forte ossidante, ha effetti sull'uomo anche a concentrazioni minime e può provocare reazioni variabili. Attacca i tessuti delle vie aeree, provoca disturbi alla respirazione, aggrava gli episodi di asma. A basse concentrazioni, la sensibilità all'ozono si manifesta con stanchezza, mal di testa, limitazione delle capacità respiratorie. Mentre a concentrazioni più elevate, con tosse ed irritazioni delle mucose.

In Italia c'è la centralina che ha fatto registrare i valori peggiori di tutto il continente. E' quella di Valmadrera, in provincia di Lecco, dove nei giorni scorsi per ben 4 volte si sono toccati i 240 microgrammi per metro cubo, oltre i quali anche un'esposizione di breve durata può diventare nociva.

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