Falso in atto pubblico a Camerata Cornello Per il sindaco il divieto di dimora in paese

Dagli arresti domiciliari al divieto di dimora in paese per Gianfranco Lazzarini, 56 anni, sindaco di Camerata Cornello e impiegato alle Arti grafiche. È stata modificata in questo modo la misura cautelare del primo cittadino che, secondo l’accusa, avrebbe commesso un falso in atto pubblico per inquinare le prove di un procedimento che lo vede indagato per abuso d’ufficio. In altre parole, avrebbe confezionato un repertorio di delibere «parallele» a uso della Procura che l’aveva messo sotto inchiesta dopo un esposto presentato dalla minoranza.

Lo scorso dicembre la lista «Unità democratica» presentò infatti un esposto alla magistratura, segnalando una lunga serie di presunte irregolarità nella conduzione degli affari del comune. Diverse le questioni messe sul tappeto: dai finanziamenti pubblici ai rimborsi agli assessori, dalla mancata trasparenza nell’attività amministrativa al caso «Ostello dei Tasso», dove la minoranza denunciava violazioni di legge nell’assunzione del personale.

Il tutto sarebbe avvenuto con la complicità del segretario comunale, Nunzio Pantò, anch’egli indiziato di falso. L’alleggerimento della misura cautelare di quest’oggi tiene però confermato l’obiettivo prioritario dell’accusa, ossia quello di evitare l’inquinamento delle prove. Il problema era sorto immediatamente dopo che la Procura aveva aperto l’inchiesta per abuso d’ufficio: i carabinieri della polizia giudiziaria, a cui era affidato l’incarico, avevano chiesto al Comune alcuni atti che erano poi risultati falsi. È così scattata la perquisizione nella sede del municipio dove la polizia giudiziaria ha trovato delibere doppie, appunti che indicano come devono essere modificate le carte, insomma tracce evidenti che la documentazione era stata «aggiustata».

Da qui la decisione, confermata dal divieto di dimora espresso oggi in tribunale, di tenere lontano Lazzarini dal Comune, al fine di evitare che inquini le prove del procedimento per abuso d’ufficio.

(21/04/2004)

© RIPRODUZIONE RISERVATA