T-Red, il caso è archiviato
Ma le multe restano

I T-red, i semafori dotati di telecamera che immortalavano gli automobilisti in transito con il rosso, hanno vinto davanti alla giustizia penale. E i ricorsi degli automobilisti hanno visto nella quasi totalità dei casi vincere l'amministrazione.

Avevano già vinto una prima battaglia davanti al ministero dei Trasporti, ottenendo la conferma dell'omologazione tanto contestata, quindi avevano vinto anche davanti alla Corte di Cassazione a gennaio di quest'anno, e ora i tanto discussi T-red, i semafori dotati di telecamera che immortalavano gli automobilisti in transito con il rosso, hanno vinto anche davanti alla giustizia penale. Sono state infatti archiviate le inchieste della Procura di Milano e di quella di Bergamo relative al semaforo di Stezzano (finito nel mirino degli inquirenti insieme ai dispositivi di un'altra quarantina di Comuni sparsi per l'Italia), seguite dall'avvocato Claudio Monteleone: le ipotesi di reato erano, a vario titolo, quelle di falso, turbativa d'asta, frode in pubbliche forniture e truffa. Sul fronte amministrativo, i ricorsi dei tanti automobilisti multati nella Bergamasca, che si erano anche riuniti in un comitato di tutela, hanno visto nella quasi totalità dei casi vincere l'amministrazione.

 Tutto era cominciato nel 2009, in seguito a un'indagine condotta dalla Procura di Verona, estesasi a numerosi Comuni italiani: a dare il via all'inchiesta una serie di segnalazioni e denunce presentate sia da associazioni di consumatori che da singoli automobilisti, che lamentavano presunti meccanismi truffaldini nelle decine di multe emesse col meccanismo di questi particolari semafori. In seguito all'apertura del fascicolo, i T-red di una ventina di province italiane erano stati quindi sequestrati, e il progettista dei dispositivi, Stefano Arrighetti, era stato anche arrestato. Nell'indagine con lui erano finite, giocoforza, anche le persone che nei vari Comuni si erano in qualche modo occupate degli impianti T-red. Successivamente i vari fascicoli, per via della competenza territoriale, erano stati smistati a diverse Procure, interessando così per Stezzano, quelle di Milano e Bergamo.

Per quanto riguarda la frode in pubbliche forniture, a risolvere il nodo è arrivata la conferma dell'omologazione da parte del ministero: «La verifica amministrativa ha tolto fondamento alla tesi accusatoria, perché ha chiarito che la scheda relé rappresentava un elemento accessorio», è stata la conclusione quindi della Corte di Cassazione.

Quanto infine alla truffa, il tema più delicato in quanto venivano colpiti gli automobilisti, nell'argomentare la richiesta di archiviazione il pm Fabrizio Gaverini di Bergamo ha precisato: «Non vi sono elementi per ritenere che siano state consumate truffe ai danni dello Stato o ai danni degli utenti della strada, rilevato che la durata del semaforo arancione del semaforo di Stezzano risultava compatibile con le prescrizioni ministeriali».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 12 agosto

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