Il nuovo Centro islamico di Treviglio finisce in Procura

Sbarca in procura la questione della realizzazione del nuovo centro culturale islamico in via Vittorio Veneto a Treviglio. La Lega Nord ha infatti presentato alla Procura della Repubblica di Bergamo un esposto nei confronti dell’associazione islamica «El badere» che proprio in questi giorni ha avviato il restauro di un ex officina vicino alla stazione centrale per trasformarla in moschea. Secondo il Carroccio, però, l’associazione violerebbe le norme sulla libertà religiosa, limitando la partecipazione a incontri ed eventi esclusivamente a persone di culto islamico, come risulterebbe dallo statuto. La replica di «El badere» non si fa attendere e annuncia che il gruppo è aperto a chiunque sia interessato al mondo islamico. Già lo scorso maggio la sezione trevigliese della Lega aveva incaricato l’avvocato Marco Casetta di Treviglio di analizzare lo statuto dell’associazione. Mercoledì è stato presentato l’esposto in Procura. «Il concetto è l’integrazione - sottolinea Adriano Manni, segretario dei lumbard di Treviglio -. Mentre noi italiani siamo aperti verso le altre culture, questa associazione è discriminatoria nei confronti di chi non la pensa come loro e vieta, attraverso lo statuto, la partecipazione dei non islamici ad attività non solo religiose ma anche culturali e sportive».

Sono di altro avviso i responsabili di El badere: «Il nostro ordinamento ricalca - spiega il presidente dell’associazione - lo statuto di numerosi altri gruppi in tutta Italia, quindi non lo abbiamo inventato noi. Invitiamo chiunque, primi tra tutti quelli che hanno presentato l’esposto, a venirci a trovare. Capiranno che non siamo chiusi verso altre persone e che alle nostre attività può partecipare chiunque».

(23/09/2004)

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