La Bassa e le grandi opere:
una partita grande e difficile

Per Treviglio, e il suo territorio, sta per iniziare la partita più grande ma anche la più difficile. Da qui ai prossimi anni l'area cambierà volto con la Brebemi, la Tav, l'Autostrada bergamasca, la Pedemontana e il raddoppio della Paullese.

Per Treviglio, e il suo territorio, sta per iniziare la partita più grande ma anche la più difficile. Da qui ai prossimi anni l'area cambierà volto con la Brebemi, la Tav, l'Autostrada bergamasca, la Pedemontana e il raddoppio della Paullese.

Un affresco esuberante che va letto con cautela, perché sulla base di un'esperienza tristemente nota non tutto è prevedibile nelle grandi infrastrutture: finanziamenti che vanno e vengono, ritardi, incidenti di percorso, stop and go.

Ma l'approdo, ancorché tormentato, sarà quello descritto: spettacolari opere infrastrutturali, cioè interventi chirurgici sul territorio che modificheranno gli assetti geografici, economico-produttivi e sociali della pianura.

Parliamo non solo di grandi strade, ma di stili di vita e di abitudini collettive, dei riti esistenziali di una comunità che saranno modificati se non stravolti, là dove si vorrebbe uno sviluppo sostenibile concedendo a questo aggettivo un prudente privilegio.

Non è, però, solo una faccenda trevigliese, dato che tutta la Bergamasca sarà coinvolta in questo passaggio d'epoca nel segno della discontinuità.

Su L'Eco di Bergamo di sabato 22 ottobre tre pagine sul futuro della Bassa e del Trevigliese

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