Una ricerca svela le turbomamme
full time fra figli, lavoro e famiglia

C'è chi le ha definite «turbo-mamme». Una vita condotta sul filo del rasoio, coi minuti contati fra figli, lavoro e famiglia. La diocesi e l'università hanno scoperto chi sono grazie a una ricerca che voleva raccogliere esperienze di vita vera.

C'è chi le ha definite «turbo-mamme»: ci sono anche in Val Seriana. Una di loro racconta la sua vita, con un bimbo di sei mesi, in una giornata tipo in cui corre in auto da casa al lavoro, e poi dai genitori (uno non autosufficiente), allattando il piccolo e con il cellulare all'orecchio per fissare gli appuntamenti del giorno dopo.

In questo marasma di cose da fare, se la deve vedere con una separazione in corso, e riesce pure a dare una mano alla vicina di origine marocchina che lascia il bimbo in casa e ha bisogno di qualcuno che almeno lo tiene d'occhio da lontano.

È solo uno dei tanti volti di famiglia che la diocesi (Ufficio pastorale della famiglia) e l'università (la facoltà di Scienze della formazione) hanno incontrato attraverso una ricerca che non puntava a raccogliere dati ma piuttosto esperienze di vita vera in cui, seppur faticosamente e nonostante tutto, si «genera famiglia».

Uno studio, raccolto in un volume curato da Giulio Caio, e presentato nella sede di Sant'Agostino e che ha visto come sostenitori anche la Fondazione Angelo Custode onlus e la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Una ricerca condotta in tre vicariati, nell'area della media e alta Valle Seriana e della Val Cavallina, in vista dell'apertura dei consultori di Trescore e Clusone.

«Volevamo ascoltare le famiglie – dice don Edoardo Algeri, direttore dell'Ufficio pastorale della famiglia – puntando a un contatto con la realtà dei fatti. Le famiglie in questo studio non sono oggetto di ricerca, ma soggetto protagonista per aiutarci a comprendere come attivare servizi legati ai nostri consultori più a misura loro, ma anche allo stesso tempo cercare di capire meglio, in un contesto di forte cambiamento, come si genera famiglia oggi».

Leggi tutto su L'Eco di Bergamo del 19 novembre

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