Riprendiamoci la vita, cioè il suo significato

Riprendiamoci la vita, cioè il suo significato«Abbandoniamo la superficialità e interroghiamoci sul mistero dell’uomo, sul nostro mistero»

1 La Quaresima prepara a rivivere, con rinnovato impegno, la morte e risurrezione di Gesù Cristo celebrata dal Triduo pasquale.

In quell’evento, centro della fede cristiana e della storia umana, si è rivelata definitivamente la verità di Dio e quella della sorprendente ricchezza dell’esistenza umana.

Nel Crocifisso Risorto Dio si è manifestato come amore mite, umile, servizievole, paziente, tenace, impegnato a vincere il male con la misericordia che non costringe ma apre l’uomo alla scoperta della propria vocazione: condividere, ora e per l’eternità, questo amore, fedele pure nel tradimento e sempre appassionatamente dedito ad ogni persona.

La preziosa grazia della fede, a noi regalata dal Signore nel Battesimo, dona la stupenda possibilità di «vedere» tutto questo nel cuore sempre aperto del Risorto, e di comprendere che la strada della vera vita – più forte della morte – è quella percorsa da Gesù Cristo, è quella che Dio da sempre percorre con l’umanità e con ciascuna persona.

Dalla fede scaturisce il compito di testimoniare la fattibilità e la bellezza della vita spesa, con i sentimenti di Gesù Cristo, nel servizio disinteressato di ogni persona, nello stile di vita imparato nel frequentare le pagine del Vangelo, nell’ascolto attento e nell’aiuto generoso dei più deboli, nella partecipazione continua e attiva alla faticosa costruzione di una società vivibile per tutti, nel dialogo sincero per far crescere idee realmente rispettose della dignità di ogni persona e di come salvarla in noi e negli altri.

Certo è una via lenta e lunga, però è l’unica che, nella morte e resurrezione di Gesù Cristo, si è dimostrata feconda di vita per tutti.

E la storia, passata e presente, conferma che l’autentica e piena liberazione dell’uomo non scaturisce automaticamente dalla potenza economica e tecnologica, ma esige la maturazione della convinzione che la libertà è vera solo se impiegata nella liberazione del prossimo; soltanto se si apre alla via percorsa da Gesù Cristo, permettendo al suo amore gratuito di manifestarsi anche oggi.

2 Perciò la Quaresima è invito e provocazione annuale a rientrare in noi stessi per interrogarci lealmente sul significato dato alla nostra vita quotidiana, sulla via che stiamo percorrendo, su chi e in che cosa riponiamo la speranza per riuscire nella nostra esistenza. Interrogarci su come sia presente Gesù Cristo nel nostro quotidiano; se si percorre la sua via nel rapporto di coppia e in quello tra i genitori e i figli, nelle relazioni con la società, con le singole persone e con il lavoro, nella sofferenza e nella gioia. Nelle nostre giornate è presente come Unico, cioè come la guida decisiva del nostro camminare, e la sollecitazione continua a ricercare i modi di riviverlo oggi?

Infatti Egli è la parola definitiva sulla vita umana ed è l’unica possibilità di guardare con fiducia e speranza al futuro, avendo aperto una breccia nel buio della cattiveria umana e nelle paurose tenebre della morte.

Oppure è ignorato o relegato in angoli insignificanti per la vita? Soprattutto interroghiamoci sulla reale conoscenza ed esperienza di Lui. Se siamo capaci di parlare cinque minuti della sua persona e del significato della sua presenza nella nostra vita, oppure se ci limitiamo a ripetere alcune frasi, vaga reminiscenza del catechismo dell’infanzia o frutto dei molti pregiudizi odierni su di Lui; pregiudizi determinati dal sempre più dilagante (anche nella nostra comunità) analfabetismo religioso.

3 Probabilmente l’attuale disorientamento, la difficoltà a costruire una società abitabile e la sempre più diffusa incapacità nell’aiutare le nuove generazioni a entrare nella vita con fiducia, serenità e responsabilità, dipende in gran parte dalla nostra ignoranza sul significato della vita. Sovente ci limitiamo a recepire passivamente le superficialità e banalità veicolate dall’opinione pubblica, e mai ci interroghiamo seriamente sul mistero dell’uomo, sul nostro mistero. Sappiamo tante cose ma siamo analfabeti sul significato dell’esistenza, su come utilizzarla. La usiamo a caso, tanto niente è certo perché tutto è vero e tutto è falso!

Alle nuove generazioni si mette nelle mani la vita, in abbondanza si regalano cose ed esperienze, senza però dire loro (con le parole ma soprattutto con l’esistenza quotidiana) cosa sia realmente la vita e come usarla per non sprecarne l’autentica bellezza e ricchezza.

E poi ci meravigliamo che la brucino, oppure che la riempiano di vuoto ricercando freneticamente nuove esperienze senza un preciso progetto di vita, fecondo per loro e per gli altri. Quando insegniamo loro la fatica e la bellezza del mestiere di vivere?

4 Questo analfabetismo esistenziale è particolarmente grave per noi credenti che in Gesù Cristo abbiamo la possibilità di scorgere lo stupendo segreto della vita umana e le linee fondamentali da seguire per vivere l’esistenza in modo autenticamente fecondo. Ed è questo l’importante servizio offerto dalla fede cristiana all’umanità.

È grave per le comunità ecclesiali chiamate ad essere ambienti vitali, cioè realtà dove sia possibile vedere e toccare anche oggi la novità e la bellezza della via seguita da Gesù Cristo.

Dove sia possibile constatare che tale novità e bellezza non sta nell’apparire ma nella capacità di amare, di essere segno del Padre sempre benevolmente rivolto ad ogni persona.

Dove si possa esperimentare che la riuscita nella vita non dipende dalla quantità delle cose da consumare, ma dalla capacità di ricercare e godere insieme agli altri (ad ogni altro) le diverse realtà della vita e la felicità.

Dove è possibile scoprire che il desiderio di novità è desiderio di Dio che nella Pasqua di Gesù Cristo si è rivelato totale ed eterna comunione con l’umanità.

La Quaresima sia per tutti un tempo di attento e disponibile ascolto del Signore Gesù sempre desideroso di parlarci per illuminare e correggere il nostro modo di guardare e vivere il nostro quotidiano. Ascoltiamolo nella Bibbia, nell’Eucaristia, nella nostra coscienza, nella storia odierna, nei bisogni delle persone che incontriamo: non è importante ciò che noi Gli diciamo ma ciò che Egli vuole comunicarci.

AscoltiamoLo perché Lui è il vertice dell’amore di Dio per tutti, per ciascuno di noi, per me; e in Lui impariamo a non preoccuparci di noi ma degli altri, ad essere nella salvezza eterna.

AscoltandoLo impareremo a divenire ascolto attento, rispettoso e disponibile di ogni altro. Il servizio al prossimo è autentico solo se preceduto da ascolto attento a scoprire ciò che c’è nell’altro, di comprenderne le ricchezze umane e i bisogni, pure quelli non detti.

Oggi c’è un gran bisogno di essere ascoltati, e invece dilagano quelli che chiacchierano continuamente ascoltandosi compiaciuti. C’è bisogno che nelle famiglie si ascolti con partecipazione e con disponibilità ad accogliere il coniuge e i figli; ascoltare e accogliere anche il non detto.

C’è urgente necessità di ascoltare le nuove generazioni non per dar loro ragione, ma per capirle nelle loro ricchezze e povertà, nelle speranze e paure; comprensione indispensabile per aiutarle ad entrare nella società con responsabilità e originalità.

Anche nelle comunità ecclesiali occorre più ascolto sereno e accogliente per camminare insieme sulla strada indicata dal Signore: insieme ascoltiamolo con mente e cuori aperti alla sua inesauribile novità.

Chi ha la responsabilità di governo, o chi si candida a tale servizio, non dimentichi che la prima qualità richiesta è l’ascolto, pieno di passione, di tutte le voci presenti nella società, anche di quelle più deboli o più scomode.

Non abbiamo bisogno di persuasori ma di ascoltatori attenti delle risorse e dei bisogni della società, capaci di proposte possibili ed efficaci perché costruite sull’ascolto appassionato e continuo dell’intera società.

La Quaresima ci aiuti a creare spazi di silenzio in noi per dare ospitalità alla Parola del Signore e alla parola del prossimo, e per arricchire il nostro parlare di sapienza e di comunione. Per capire cosa è la vita.

Buona Quaresima per una buona Pasqua e una buona vita.

† Roberto Amadei

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