Stadio, case e agricoltura
Grumello del Piano al bivio

È un quartiere-paese di mille e cinquecento anime e duecentocinquanta mucche, l'ultimo angolo della città che vanta una ricchezza particolare: due aziende che lavorano la terra, due allevamenti bovini. Una vende il latte alla Lactis ogni mattina, l'altra il latte se lo tiene.

È un quartiere-paese di mille e cinquecento anime e duecentocinquanta mucche, l'ultimo angolo della città che vanta una ricchezza particolare: due aziende che lavorano la terra, due allevamenti bovini. Una vende il latte alla Lactis ogni mattina, l'altra il latte se lo tiene e lo trasforma in un piccolo caseificio che produce formaggi freschi e stagionati.

Una ricchezza che resiste, che andrebbe conosciuta e valorizzata e che invece rischia l'estinzione. Per Grumello del Piano è la sfida del futuro: svilupparsi mantendo la propria caratteristica, oppure scegliere uno sviluppo che non ha niente a che vedere con l'anima di questi luoghi. Oppure ancora rinunciare a evolversi, al cambiamento, e andare lentamente a spegnersi.

È un momento delicato. Sul tavolo dell'Amministrazione comunale ci sono scelte decisive per il futuro di Grumello del Piano. Prima c'era la possibilità di ospitare l'Accademia della Guardia di Finanza, possibilità che alla gente del posto piaceva molto. Oggi c'è la possibilità di ospitare la Cittadella dello sport, con in primis stadio e palazzetto.

Questa prospettiva sembra piacere molto meno alla maggior parte dei residenti, al punto che si è formato un Comitato per lo sviluppo sostenibile del quartiere che appare decisamente contrario e che ha raccolto contro lo stadio quattromila firme fra il quartiere e le zone limitrofe.

Dice Nunzio Battaglia, 61 anni, da una vita a Grumello: «A me sembra che il nostro territorio non abbia bisogno dello stadio, sono altre le esigenze di questo quartiere: per esempio non abbiamo un negozio di alimentari, non abbiamo la posta, neppure la farmacia, un servizio bancario».

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