Muore davanti alla compagna
Era fisioterapista a Seriate

«Daniele lavorava alla casa di riposo di Seriate. Aveva notevoli capacità relazionali e professionali. Non sarà facile sostituirlo». È il ricordo che il sindaco di Seriate Silvana Santisi Saita ha di Daniele Donadoni, il fisioterapista sub 51enne morto sabato.

«Daniele lavorava alla casa di riposo di Seriate. Aveva notevoli capacità relazionali e professionali. Non sarà facile sostituirlo». È il ricordo che il sindaco di Seriate Silvana Santisi Saita ha di Daniele Donadoni, il fisioterapista cinquantunenne, appassionato di sub, che ha perso la vita sabato mattina nelle acque del lago di Iseo, a Tavernola Bergamasca.

L'uomo lavorava da alcuni anni alla Residenza sanitaria «Papa Giovanni Paolo I» che si trova proprio nel centro di Seriate: la struttura è in via Cesare Battisti e ospita 62 anziani. Il cinquantunenne abitava con la sua compagna (Mira, che di professione è una musicista) in un appartamento poco distante dal luogo di lavoro.

Donadoni era nativo di Bergamo, ma era conosciuto anche a Bagnatica dove, in passato, aveva abitato per diversi anni con l'ex moglie e i due figli Edoardo e Rebecca, entrambi minorenni. Ma a Bagnatica, ieri, la tragica notizia non era ancora circolata. I funerali saranno celebrati martedì alle 9,30 a Bergamo, nella parrocchiale di Santa Grata in Borgo Canale, partendo dagli Ospedali Riuniti.

A stroncare il 51enne un malore o forse un incidente avvenuto a oltre 60 metri di profondità. Donadoni era arrivato sul Sebino con l'idea di entrare in acqua in compagnia di un suo amico sommozzatore, Davide Mazzucchelli di Tavernola, con cui condivideva la passione per le immersioni. Mazzucchelli, però, per ragioni di lavoro non ha potuto partecipare all'immersione e Daniele Donadoni ha deciso di entrare in acqua da solo.

Ad accompagnarlo e ad aspettarlo sulla riva c'era la sua compagna, Mira, che aveva parcheggiato l'auto sullo scivolo utilizzato solitamente dai sub per entrare in acqua in località Pontello, a metà strada fra il cementificio della Sacci e la località Portirone, frazione di Parzanica.

Dopo aver indossato la muta e aver regolato le bombole dell'ossigeno, Daniele Donadoni ha salutato la sua compagna e il loro cane, Alan, dicendo che sarebbe riemerso poco dopo. Donadoni si è quindi tuffato nell'acqua e ha iniziato a scendere: in questa zona di Tavernola il Sebino si inabissa velocemente e a poca distanza dalla riva arriva fino oltre 60 metri di profondità.

È una zona che Donadoni conosceva bene, visto che praticava questo sport da una ventina d'anni e nel Sebino da un paio d'anni si immergeva praticamente tutti i fine settimana. Quella che doveva essere una bella giornata di sport e di svago proprio di fronte a Montisola, attorno alle 11 ha preso tutta un'altra piega.

Qualcosa di anomalo deve essere successo sul fondo del Sebino, qualcosa che ha sconvolto i programmi del sommozzatore di Seriate: all'improvviso la compagna lo ha visto risalire velocemente e agitare le braccia, chiaro segno che era in difficoltà. Pur non sapendo nuotare, la donna si è buttata in acqua per aiutarlo: era a pochi metri di distanza dalla riva, a ridosso di una chiatta, e in qualche modo è riuscita ad afferrarlo e a tirarlo verso riva.

Il tentativo di rianimare Donadoni è durato un'ora, ma non c'è stato nulla da fare nonostante il prodigarsi dello staff medico del 118. Il suo corpo è stato pietosamente coperto da un lenzuolo bianco ed è stato vegliato dai suoi amici di Tavernola e dalla sua compagna. Sullo scivolo che porta dentro il lago vagava senza meta anche il cagnolino Alan.

Tante le ipotesi che si sono fatte sulle cause della disgrazia: oltre al possibile guasto tecnico a una delle valvole che regolano l'ossigeno, la più plausibile è che mentre si trovava sul fondo del lago Donadoni sia stato colto da un malore e che sia risalito velocemente verso la superficie per chiedere aiuto. Questo comportamento però potrebbe aver aggravato ulteriormente la situazione.

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