Fondi all'ospedale nepalese
in ricordo di Mario Merelli

Si pensa al futuro e al modo migliore per onorare la sua memoria che inevitabilmente deve puntare sui grandi progetti di Mario: la montagna e quell'ospedale inaugurato assieme a Marco Zaffaroni nella valle del Dolpo.

«L'idea è una fondazione o un'associazione per raccogliere fondi da destinare all'ospedale di Kalika, ma anche quello di un museo della montagna che non riguardi solo la nostra famiglia, ma rappresenti un omaggio per tutti gli scalatori che hanno alimentato la grande storia alpinistica bergamasca».

È la prima uscita pubblica per Dino Merelli e parlare di fronte a tante persone non è facile. Troppo fresca la ferita per la scomparsa del fratello Mario avvenuta lo scorso 18 gennaio sullo Scais. La voglia e il coraggio di guardare avanti però non mancano.

L'abbraccio del Panathlon Cub Bergamo – che giovedì sera ha organizzato un incontro per ricordare l'alpinista di Lizzola al ristorante Il Pianone – fa il resto. E così si pensa al futuro e al modo migliore per onorare la sua memoria che inevitabilmente deve puntare sui grandi progetti di Mario: la montagna e quell'ospedale inaugurato assieme al compagno d'avventure Marco Zaffaroni nella valle del Dolpo, una delle più povere del Nepal. Perché, come sottolinea lo stesso Zaffaroni, per mandarlo avanti servono fondi e adesso trovarli è quasi un obbligo morale.

«Mario – sottolinea l'amico e direttore di Orobie Pino Capellini, intervenuto alla serata su invito del presidente del club Marco Venier assieme al parroco di Almé don Mansueto Callioni e all'ex presidente della Provincia Valerio Bettoni – aveva un cuore d'oro, pur non essendo un debole. Una persona semplice, ma non ingenua. Uno scalatore con capacità alpinistiche, ma anche e soprattutto grandi doti umane».

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