Dalla Provincia un altro no agli ipermercati

Tutti insieme appassionatamente. Tutti insieme contro i centri commerciali. La mozione proposta da Vittorio Armanni (Rifondazione comunista) contro il progetto di un grande ipermercato a Castelli Calepio, pur emendata, ha unito maggioranza e opposizione in Consiglio provinciale nel ribadire la contrarietà di via Tasso non solo a questa richiesta ma anche ad altri progetti in tal senso che giungeranno prossimamente.

Prima di dare parere positivo la Provincia vuole avere approvato il piano di settore che l’assessore Felice Sonzogni si è impegnato a mettere a punto entro un anno dal varo del piano territoriale di coordinamento provinciale, ufficialmente nato nel mese di luglio. «Forse anche un po’ prima» si arrischia a promettere l’assessore Sonzogni. Forse anche ad aprile o maggio, dunque, si potranno avere le linee del piano di settore della grande distribuzione che non sono una piantina per indicare dove è consentito l’insediamento, ma sono dei paletti con indirizzi e indicazioni chiare.

L’assemblea ha ribadito (non è la prima volta che esprime la propria contrarietà, l’ha ricordato il presidente Valerio Bettoni ) che per adesso il parere della Provincia sui centri commerciali è negativo. Certo, i discorsi sui mega insediamenti del commercio non si possono esaurire in un sì o un no: il tema, lo sanno tutti i consiglieri e gli assessori, è molto più ampio. Vanno infatti valutati gli impatti urbanistici ma anche quelli sui consumatori che chiedono di prezzi accessibili visto che la Bergamasca - ha spiegato il coordinatore del centrosinistra Beppe Facchetti - pur avendo la maggiore concentrazione di centri commerciali è anche la terra dove il costo della vita è più elevato. C’è poi il problema di mantenere in vita i piccoli paesi, quelli della montagna più di tutti, già penalizzati da tanti fattori e ancor più a rischio man mano che i negozietti chiudono baracca e burattini. «Sarebbe bello - ha proseguito Facchetti - se un grande iper che nasce desse un contributo a un piccolo negozio per non farlo morire».

Sulla struttura di vendita di Castelli Calepio, nelle ex Fonderie di Quintano pesa anche l’obbligo di bonifica, una bonifica che costerebbe all’ente pubblico due milioni di euro come ha sottolineato il leghista Alberto Piccioli Capelli . Ariella Borghi (Ds) ha proposto un Piano di settore per le fabbriche dismesse, per riuscire magari a valorizzarle. Nell’insieme l’accordo sulla grande distribuzione è stato comunque chiaro e definito, siglato dall’unanimità data alla mozione di Armanni.

Il Consiglio, preso atto del buon lavoro effettuato nel passato quinquennio, su proposta dell’assessore Bianco Speranza , ha anche confermato Antonio Martinelli (Forza Italia) rappresentante della Provincia nella commissione per l’abolizione e il superamento delle barriere architettoniche.

(27/10/2004)

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