Passo, Mezzoldo a Sondrio:
«Poca neve, aprite il San Marco»

Per secoli fu via di comunicazione tra Venezia e l'Europa. Aperta anche d'inverno, col rifugista che garantiva il transito delle merci. Oggi, invece, il passo San Marco sembra essere più motivo di discordia tra Bergamo e Sondrio.

Per secoli fu via di comunicazione tra Venezia e l'Europa. Aperta anche d'inverno, col rifugista che garantiva il transito delle merci. Oggi, invece, il passo San Marco sembra essere più motivo di discordia tra Bergamo e Sondrio.

Quest'anno poca la neve: il versante brembano è pulito e quello valtellinese - sostiene il rifugista del «San Marco 2000» - «presenta accumuli molto minori rispetto a quelli che, solitamente, ci sono a giugno, quando Sondrio libera il suo accesso». La stagione giusta, quindi, per aprire con anticipo ai turisti rispetto alla data canonica di giugno.

L'appello arriva anche dal Comune di Mezzoldo, il primo paese sul versante bergamasco. «Basterebbe un po' di buona volontà, soprattutto da Sondrio - dice il sindaco Raimondo Balicco -. È vero che il loro versante è più innevato ma quest'anno sarebbe sufficiente poco lavoro per pulirlo. Sostengono che i soldi sono pochi e ci sono delle priorità, ma quest'inverno per togliere la neve avranno speso ben poco».

«Ancora recentemente siamo stati sollecitati dai sindaci, disposti anche al lavoro volontario pur di aprire la strada - spiega l'assessore provinciale alle Grandi infrastrutture Silvia Lanzani che, nel 2009, prese parte al vertice con Sondrio -. Ma dobbiamo attendere che la Valtellina sia pronta».

Dei 12 valichi alpini valtellinesi il «San Marco» (2.000 metri) quest'anno è stato il secondo a chiudere (solo dietro il Gavia, alto però 2.600 metri) e prima, per esempio, di Spluga e Stelvio, (mentre cinque sono quelli sempre aperti). «Ci basterebbe che il San Marco aprisse con lo Spluga - dice Balicco - da cui arriva la maggior parte dei motociclisti. La realtà è che a Sondrio interessa poco».

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