Pensionato di Nese salva il figlio in difficoltà in una cisterna. Ora è in fin di vita

Un pensionato di 60, Mario Mologni, di Nese, è finito in coma agli Ospedali Riuniti, dopo aver salvato il figlio trentenne, che rischiava di morire intossicato in una cisterna usata per il gasolio. L’uomo, dopo essere entrato nella cisterna ed aver aiutato il figlio ad uscire, è rimasto a sua volta vittima di intossicazione e gravissime ustioni, provocate da una miscela di gas e di vernice con la quale padre e figlio intendevano riverniciare le pareti del contenitore che sarebbe stato riutilizzato per il recupero d’acqua. Tutto è accaduto nella mattinata di oggi, verso le 10,30, quando il il figlio del pensionato si è calato nella cisterna, alta circa un metro e ottanta e lunga poco più di due metri, che conteneva ancora residui di gasolio. Quando il giovane ha aperto i barattoli di vernice, a base di catrame, si sono prodotte esalazioni che lo hanno subito messo in difficoltà. Alle sue invocazioni di aiuto è subito accorso il padre che è entrato nella cisterna e lo spinto fuori. La lunga permanenza nel contenitore, tuttavia, ha avuto effetti devastanti sul pensionato, che ha cominciato ad accusare problemi di respirazione e ustioni diffuse sul corpo. Il figlio ha chiesto aiuto agli operai che lavoravano nel cantiere di casa, mentre veniva chiesto l’intervento del 118, dei carabinieri di Alzano e dei Vigili del Fuoco. Sono stati proprio loro a recuperare Mario Mologni e ad affidarlo alle prime cure degli operatori del 118. Trasportato agli Ospedali Riuniti con un elicottero dell’Elisoccorso, il pensionato è stato ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione. Sono stati anche informati il reparto per la sicurezza sui luoghi di lavoro dell’Azienda Sanitaria Locale e l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), per gli accertamenti del caso.

(28/08/2003)

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