«Street parade», gli organizzatori:
nessun problema, fame di cambiamento

Gli organizzori della «Street parade», finita al centro di polemiche hanno inviato il loro bilancio della manifestazione in cui si dice che non ci sono stati problemi, salvo episodi legati ai singoli partecipanti, e che le migliaia di giovani testimoniano la grande fame di cambiamento.

Gli organizzori della «Street parade», finita al centro di polemiche, hanno inviato il loro bilancio della manifestazione in cui si dice che non ci sono stati problemi, salvo episodi legati ai singoli partecipanti, e che le migliaia di giovani testimoniano la grande fame di cambiamento. Ecco il comunicato stampa, arrivato in redazione in contemporanea a quello dell'Amministrazione comunale e dunque non è una risposta a Palafrizzoni.

«Facciamo un bilancio di quella che è stata la Bergamo Street Parade 2012. Un bilancio che non è conclusione ma tappa di un percorso che non si ferma qui. Un paio di riflessioni e alcune domande; perché noi le domande ce le facciamo e le facciamo alla città diversamente da chi in questi giorni ha scelto la strada sicura e pavida del giudizio e della condanna».

«Fa male e ribrezzo la polemica politica circa la decisione di confermare la Street Parade nonostante l'attentato davanti alla scuola Falcone di Brindisi del 19 maggio mattina. La scelta è stata per noi difficile e meditata, siamo rimasti profondamente scossi da quanto successo».

«Abbiamo scelto di portare dei momenti di riflessione, delle parole forti di condanna all'interno di quel contesto collettivo, per condividere, per fermarci un attimo tutti insieme e dedicare un pensiero, senza mescolare le due vicende, ma lanciando un messaggio di solidarietà».

«Abbiamo accolto calorosamente il presidio degli studenti che si è unito a noi mettendosi a capo del corteo per la seconda metà della manifestazione. Le reazioni espresse di persona e sui social network sono state molto diverse tra loro: chi ha capito e apprezzato la nostra scelta, chi invece l'ha trovata irrispettosa».

«Così abbiamo scelto e accettiamo volentieri il confronto, il dibattito, consci che non possediamo una verità infusa e che ogni scelta è discutibile, anche quelle che riguardano il modo in cui ognuno di noi affronta il proprio dolore di fronte a fatti di questo tipo. Quello che ci fa ribrezzo invece è la polemica politica che si è creata intorno a questo argomento».

«Tante dichiarazioni ci sono parse una strumentalizzazione di questa tragedia; un volerne approfittare per screditare un evento già sgradito. Quasi 20.000 persone hanno preso parte in serata alla Bergamo Street Parade 2012. Durante il corteo, partito alle 18.00 dallo stadio e arrivato alle 23.30 nei pressi della Stazione FFSS, dai carri è stato letto più volte il nostro comunicato circa l'attentato a Brindisi e sono state rilanciate le parole d'ordine della Street Parade».

«Non ci sono stati problemi, salvo piccoli episodi legati a singoli partecipanti, cose che non dovrebbero accadere ma che non possono essere l'unico metro di giudizio di un evento di questa portata. Ne abbiamo sentite di tutte in questi giorni».

«L'Amministrazione Comunale trae le sue conclusioni: le persone in piazza sabato erano lì solo per ubriacarsi e consumare droghe, non erano minimante interessate ai contenuti della manifestazione, addirittura il comandante dei vigili Cianciotta mette in dubbio che fosse una manifestazione politica».

«Per non parlare della necessità di un intervento di pulizia di A2A quando alle 2 di notte tutte le strade erano perfettamente pulite dal servizio di pulizia da noi incaricato e dai tanti ragazzi e ragazze che, sacchi alla mano, hanno raccolto immondizia fin dalla partenza. Conclusione: sarà meglio non farla più!».

«La voce è stata data solo alla lamentela ed è passata sotto silenzio quella parte di città che invece ha visto di buon occhio e con curiosità quanto fatto. Per noi la Street Parade è stata altro. È stata un momento di partecipazione, un'iniziativa costruita dal basso che ha dimostrato quanto sia condiviso il desiderio di vivere la propria città in modo diverso, di riprendersi le strade e sottrarle al deserto».

«Ci sembra superficiale e profondamente ingiusto liquidare tutto, fare di ogni erba un fascio: tutti drogati a fare danni e creare disagi a ritmo di musica. Ma stiamo al vostro gioco. La pensate davvero così? Bene, allora, invece di lavarcene le mani e dire semplicemente la Street Parade non si fa più, facciamoci insieme delle domande».

«Voi ci state dicendo che nella nostra provincia abitano 20.000 giovani che abusano di alcool e droghe e non aspettano altro che una buona occasione per sballarsi? E quindi, cosa facciamo? Non facciamo più nulla così teniamo lontano il tutto dagli occhi della morale e del giudizio? O forse è davvero tempo di ripensare la vita culturale e l'intrattenimento di questa città?».

«Non è forse il momento di costruire una città più viva, aperta, accogliente, in grado di creare un clima positivo, creativo, capace di stimoli e novità? Se per voi questa è la realtà, cosa vogliamo fare? Lasciare tutto com'è ora? Noi siamo qui e siamo aperti al dialogo, anche con chi ci attacca, ci giudica e ci denigra senza un minimo sforzo di analisi e ragionamento».

«Siamo pronti a partecipare in modo attivo a questo cambiamento, se davvero lo si vuole. Troviamo insieme le forme, sediamoci a discutere con chi in città si occupa di politiche giovanili e di politiche culturali. Noi abbiamo sollevato una serie di temi che sono riportati nel nostro manifesto e che abbiamo ribadito sabato scorso per le strade di Bergamo e ci impegniamo a non lasciarli cadere».

«Ci siamo a un patto: che l'oggetto della discussione e della costruzione non sia un evento in più o in meno per la città ma un reale sforzo di coraggio per ripensare forme nuove per una vera apertura della città ai bisogni di una parte importante di questo territorio. Ci sono altre città, in Italia e in Europa, che sono un modello, invitiamo i loro amministratori, approfondiamo, capiamo quali buone pratiche possiamo importare e mettiamoci tutti in gioco».

«Chiosiamo con un'ultima riflessione. Avete tratto le vostre conclusioni, che non ci quadrano per niente. Ma cosa ci facevano quasi 20.000 persone in piazza a Bergamo sabato? Erano lì solo per puro divertimento? Ma allora perché ai concertoni, ai grandi eventi, anche gratuiti, che offre la città la partecipazione non supera mai le 1.000-2.000 persone? Noi vi diciamo che è perché l'insofferenza e la fame di cambiamento sono grandi. E voi? Riuscite a spiegarlo diversamente?».

Organizzazione Street parade

© RIPRODUZIONE RISERVATA