«Montisola» del tesoro
Il mistero dei quattro cassoni

Pare che le immagini facciano un certo effetto. Chi le ha viste, racconta di quattro grossi cassoni di legno adagiati sul fondo del lago. Un mistero. Sono immagini sfocate, le alghe e il limo disciolto nell'acqua avvolgono i barili che sembrano lì da secoli.

Pare che le immagini facciano un certo effetto. Chi le ha viste, racconta di quattro grossi cassoni di legno adagiati sul fondo del lago. Un mistero. Sono immagini sfocate, le alghe e il limo disciolto nell'acqua avvolgono i barili che sembrano lì da secoli, inabissati dai pirati secoli fa al largo della (Mont)isola del tesoro.

Mancano giusto i pirati. Il mistero c'è, il tesoro anche, l'isola pure. In quei cassoni sarebbero custoditi non monili d'oro né antiche monete, ma 1.500 bottiglie di bollicine. E se contiamo che la Franciacorta è a un tiro di schioppo e che il bacino del Sebino dalla valle dell'Oglio in giù è punteggiato di vigneti, la cosa sta in piedi.

I barili misteriosi conterrebbero, dunque, un migliaio e mezzo di bottiglie di brut, champagne, spumante o bollicine di qualche sorta. Non un tesoro, ma un tesoretto insomma sì. Che, ovviamente, non sta lì da secoli ma pare da un annetto circa, dopo che i proprietari di barili e bollicine hanno ottenuto l'autorizzazione dal Consorzio di gestione dei laghi d'Iseo, Endine e Moro.

Ma, autorizzazione a far cosa? Cosa ci farebbero quelle casse di vino sul fondo del lago, di proprietà ancora rigorosamente top secret? E questa è la parte del mistero su cui c'è più margine di raccontare, anche se nessuno conferma che le cose siano proprio così.

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