Formigoni: pronto a lasciare
se Daccò ha avuto vantaggi

«Se qualcuno dimostrasse che Daccò ha avuto un vantaggio dai rapporti con me, mi assumerò le mie responsabilità e mi dimetterò». Sono le parole di Roberto Formigoni sugli ultimi particolari venuti a galla nell'inchiesta sul caso Maugeri.

«Se qualcuno dimostrasse che Daccò ha avuto un vantaggio dai rapporti con me, mi assumerò le mie responsabilità e mi dimetterò». Sono le parole di Roberto Formigoni sugli ultimi particolari venuti a galla nell'inchiesta sul caso Maugeri e che, sulle vacanze a cinque stelle su yacht e ai Caraibi, contraddicono la versione da sempre data dal governatore della Lombardia.

Mentre le indagini continuano a ritmo serrato, e potrebbero riservare sorprese, spuntano altri e inediti dettagli, dai risvolti più politici che giudiziari, sui viaggi natalizi ed estivi di Formigoni. Dettagli messi a verbale non solo dal faccendiere Piero Daccò, in carcere dallo scorso 15 novembre per la vicenda del San Raffaele e più di un mese fa raggiunto, con altre quattro persone, da un altro provvedimento d'arresto per l'inchiesta sulla Maugeri, ma anche dal marinaio responsabile di uno delle sue lussuose barche, l'«Ad Maiora».

Il marinaio, sentito dai pm di Milano Laura Pedio e Antonio Pastore che da oltre un mese, assieme al procuratore aggiunto Francesco Greco, stanno interrogando quasi senza sosta indagati e non, ha spiegato che lo yacht sarebbe stato «messo nella disponibilità esclusiva del presidente della Regione Lombardia», da giugno a settembre, o in Liguria o in Sardegna.

Un benefit, offerto da Daccò, che avrebbe quasi sempre usato l'altra sua barca e che avrebbe sborsato «tra i trenta e i cinquantamila euro a stagione. Costi che rientrerebbero in quella che era l'attività di lobbying e di pubbliche relazioni di Daccò, tant'è che il faccendiere, sabato scorso, avrebbe messo nero su bianco in un verbale che non è secretato: «Formigoni - questa la sintesi - era mio ospite, non mi ha mai restituito nulla», così come «era stato mio ospite per almeno tre capodanni alle Antille».

Per le vacanze esotiche a cavallo tra il 2010 e il 2011 Daccò in sostanza ha raccontato ai pm di aver speso «centomila euro per il noleggio di un jet privato», aereo della società del gruppo Mediaset «Alba Servizi». Dichiarazioni che hanno di nuovo sollevato un vespaio. Con Formigoni che conferma la sua versione di sempre: «Si va in vacanza con un gruppo ampio, uno paga una cosa, uno paga un'altra e alla fine si conguaglia ma non è stato sperperato neppure un euro di denaro pubblico e non c'è nessuna indagine a carico della Regione Lombardia».

E ancora: «Non ci sono scandali nella sanità lombarda. Il San Raffaele è un'azienda privata e pagavamo all'ospedale le sue prestazioni di altissima qualità. Se qualcuno ha compiuto malversazioni sono state compiute da privati nei confronti di aziende private». E infine: «Se si dimostrasse che Daccò ha avuto un vantaggio dai rapporti con me mi assumerò le mie responsabilità e mi dimetterò».

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