Tumori al seno, ai Riuniti si sperimenta un nuovo trattamento

La Giunta regionale ha autorizzato l’Unità di servizio di Senologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo e l’Istituto oncologico europeo ad utilizzare, in via sperimentale, «Eliot», un trattamento intraoperatorio per la cura del tumore alla mammella. «Sono assolutamente soddisfatto del decreto - commenta il direttore generale dei "Riuniti", Stefano Rossattini - perché ancora una volta viene dato riconoscimento alla qualità degli Ospedali Riuniti, determinati a valorizzare e potenziare l’attività di ricerca. La possibilità di applicare questa terapia a livello sperimentale nella nostra azienda potrebbe dare importanti risultati a un’ampia fetta della popolazione femminile, affetta da una delle patologie più diffuse a livello regionale, contribuendo anche ad alleviare l’impatto psicologico che le pazienti, dopo l’intervento, subiscono a causa dei mesi di sedute di radioterapia. Non posso non ricordare e ringraziare anche la Associazione difesa utenti sanità di Bergamo (Adus), presieduta dall’avvocato Gianfranco Marchesi, che si è adoperata per raggiungere questo risultato».

Tutto ciò - commenta Carlo Saffioti, presidente della Commissione Sanità della Regione Lombardia - «è stato reso possibile dalla professionalità degli operatori e dalla sensibilità degli amministratori dell’ospedale di Bergamo». I vantaggi della terapia intraoperatoria - spiega Privato Fenaroli, direttore dell’Unità di servizio di Senologia - sono tecnici, poiché con questo trattamento è consentito il controllo visivo diretto del volume bersaglio degli elettroni e la possibilità di proteggere i tessuti sani mobili spostandoli dalla traiettoria del fascio radiante, e psicologici poiché si risparmiano alle donne perdite di tempo, spostamenti continui, fatica e costi per i trasporti in un momento delicato della loro vita».

Marco Salmoiraghi, direttore sanitario dei «Riuniti», ribadisce «che con questo decreto si vede riconosciuta anche la responsabilità scientifica della sperimentazione ai "Riuniti". La radioterapia intraoperatoria associata alla chirurgia conservativa per il tumore della mammella ha fornito nei primi anni della sua applicazione buoni risultati in termini di controllo delle recidive di neoplasia e di effetti cosmetici, che però devono essere confermati da un’osservazione più protratta nel tempo. È quindi importante l’opportunità offerta dalla Regione agli Ospedali Riuniti di estendere la ricerca già avviata in altri centri sui benefici della radioterapia intraoperatoria». L’autorizzazione regionale consente ai Riuniti di Bergamo di acquisire l’apparecchiatura, grazie anche al contributo di Adus, e di ipotizzare l’inizio del trattamento entro la fine del 2004.

(29/05/2004)

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