Sulle Orobie addio ai ghiacciai
In 15 anni si sono quasi dimezzati

Quasi dimezzati nel giro di tre lustri. Tra il 1992 e il 2007 la superficie dei ghiacciai delle Orobie è diminuita del 39,7 per cento, passando da 295 ettari a 178 circa. Un andamento che, basta confrontare alcune immagini, si coglie anche a occhio nudo.

Quasi dimezzati nel giro di tre lustri. Tra il 1992 e il 2007 la superficie dei ghiacciai delle Orobie è diminuita del 39,7 per cento, passando da 295 ettari a 178 circa. Un andamento che, basta confrontare alcune immagini, si coglie anche a occhio nudo.

Al ghiacciaio del Lupo, il maggiore della catena, la regressione è stata impressionante, ma anche il destino di molte altre formazioni – dal pizzo di Scotes, al Coca, al pizzo del Diavolo di Tenda – sembra ormai segnato.

Addio, a quelle presenze inconfondibili, a quei contrasti tra roccia e ghiaccio che, nella stagione estiva, rendevano gli scenari alpini ancora più grandiosi. Non è un fenomeno solo bergamasco, anzi il ritiro dei ghiacciai riguarda l'intera catena delle Prealpi e delle Alpi.

La conferma arriva dalla nuova edizione del volume «I ghiacciai della Lombardia» (Hoepli, a cura dal Servizio Glaciologico Lombardo) che, a vent'anni dalla precedente pubblicazione, offre un quadro esaustivo e dettagliato della situazione regionale.

Tra gli autori anche Stefano D'Adda, autore assieme a Riccardo Scotti del capitolo sulle Orobie, che venerdì alle 21 assieme a Luca Bonardi presenterà il lavoro al Palamonti, la sede del Cai di Bergamo.

Tutto su L'Eco di Bergamo del 28 settembre

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