Il vescovo ai nuovi sacerdoti «Non sarete mai soli»

L’omelia nella Cattedrale di Bergamo del vescovo Roberto Amadei all’ordinazione dei venti preti novelli

«Carissimi ordinandi presbiteri, la vostra gioia è pure la gioia di questa chiesa che è in Bergamo ed è la mia gioia. E’ la gioia dei vostri genitori e familiari, è la gioia del Seminario che oggi vede il frutto delle sue fatiche; è la gioia del presbiterio bergamasco che vi accoglie per sentirsi rinnovato dal vostro entusiasmo; è la gioia delle comunità che vi hanno generato alla fede o accompagnato il vostro cammino. A tutti il mio e vostro grazie. Con quale affetto e gioia saluto padre Andrea e la Congregazione dei Padri Monfortani.

Con voi e con la chiesa che è in Bergamo ringraziamo il Signore perché vi ha guidati a questo momento nel quale volete donarvi con libertà, fiducia e coraggio allo Spirito Santo, perché vi renda per sempre conformi a Cristo buon pastore. Lasciandovi guidare dal motto che voi avete scelto per l’immagine comune «Uscì il seminatore a seminare» e dalle letture bibliche, vorrei presentarvi anche a nome della nostra chiesa alcuni auguri.

Innanzitutto carissimi, questo motto sentitelo sempre attuale nella vostra esistenza. Gesù risorto ha seminato e continuerà a seminare nei vostri cuori il suo amore intenso al Padre e la sua totale dedizione all’umanità e alle singole persone, perché riconoscono Dio come padre misericordioso, un Padre desideroso di condividere con tutti, ora e per l’eternità, la sua vita d’amore e la sua inesauribile gioia.

Seminerà l’amore filiale fraterno nell’ascolto fedele della sua parola, nella preghiera intensa, nell’osservazione eucaristica degli altri sacramenti, nell’esempio delle persone che incontrerete. Nelle diverse situazione che vi si presenteranno, non sarete mai soli: Lui sempre sarà lì per continuare questa seminagione. Siate sempre terreno aperto, disponibile, desideroso di accogliere questo amore divino che pazientemente sta guidando la storia umana verso la partecipazione alla vita di Cristo risorto. La vostra esistenza, carissimi, sia sempre più unificata dal desiderio e dall’impegno di aprirvi all’opera di Cristo, seminatore instancabile, perché desideroso di coinvolgervi nella sua faticosa e tenace offerta ad ogni persona della possibilità di intravedere la bellezza dell’amore gratuito di Dio e la bellezza di ogni vita umana, chiamata ad essere con il risorto presso il Padre. Padre che ci ha benedetti nei cieli in Cristo, in Lui scelti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili davanti a Lui nell’amore, predestinandoci ad essere suoi figli adottivi. E la solennità dell’ascensione di Cristo al cielo ricorda che Gesù Cristo ha portato la sua umanità nella comunione eterna con il Padre aprendo la strada della vita e della felicità piena ad ogni persona.

Con lo Spirito Santo, carissimi, seminate sempre e dovunque semi di fede, di carità e di speranza. Seminate anzitutto con la vostra vita, nella vostra esistenza quotidiana risplenda la fiduciosa e totale accettazione di Gesù, uomo perfetto, del suo modo di vivere il rapporto con il Padre, con le persone, con le vicende dell’esistenza umana. Chi vi incontra possa scorgere in voi lo stile di vita di Gesù Cristo, stile fondato sul servizio gratuito e totale per le persone e per la famiglia umana. Seminate la sua carità, amando e accogliendo come Lui le persone, accompagnandole con la Sua stima, con la sua pazienza e fiducia, senza possederle, ma aiutandole a maturare nella libera risposta alla chiamata del Signore. Condividete gioia e dolori, attese e delusioni che incontrerete. Seminate, carissimi, la speranza, la speranza nella fedeltà di Dio che non abbandona l’uomo nel baratro della disperazione e del nulla. E la fedeltà di Dio alla nostra terra, ci assicura che anche oggi è possibile vincere con l’ospitalità la chiusura agli altri, vincere con la passione per il bene comune il gretto individualismo, vincere con la solidarietà l’indifferenza verso i più deboli.

La fedeltà di Dio mostrata nella morte e resurrezione di Gesù ci garantisce che solo l’amore vince la morte e soltanto impegnandosi di persona su questa strada, si può contribuire a umanizzare la nostra convivenza, umanizzazione che è un segno della fraternità universale ed eterna già realizzata in Cristo risorto e promessa all’intera umanità. Seminate la fede, la carità e la speranza con la parola, però innanzitutto ascoltate con attenzione, con rispetto le parole, le molte e magari confuse parole dell’uomo contemporaneo, soprattutto quelle dei vostri coetanei, per conoscere senza pregiudizi le domande o l’indifferenza, le attese e delusioni, le speranze e le paure presenti nel cuore umano, nel nostro cuore e in quello dei fratelli. Con nel cuore queste parole umane, rileggete ciò che Dio vuol dire oggi, ciò che lo Spirito Santo sta già operando nel cuore delle persone e della società. Non dimenticate mai che le vostre parole saranno ascoltate solo se rese credibili dall’esempio e se costruite nella fedeltà a Dio e all’oggi della storia umana.

Seminate con fiducia su ogni terreno, sapendo che in ogni cuore umano c’è sempre uno spazio di disponibilità alla parola di Dio e il Padre misericordioso sa inventare e percorrere sentieri capaci di risvegliare anche i cuori più duri. Non ricercate il successo immediato e facile, non dimenticate mai che il successo del prete sta solo nella fedeltà allo Spirito Santo, protagonista principale della storia che Dio, uno e trino vuole costruire con l’umanità. Sta nella crescita continua dell’amicizia con Gesù Cristo, nel ricercare continuamente il suo volto, nel condividere il suo amore filiale e fraterno. Siate persone che mostrano con la vita il vero volto di Dio, e quello dell’uomo sognato da Dio, cioè il volto del crocifisso risorto. Qui sta il successo del prete: il crocifisso risorto che avvicina con fiducia e con passione la fragilità umana; crocifisso risorto che dona speranza anche ai più disperati, che perdona ai peccatori, che con delicatezza e tenacia rimane accanto anche a chi lo rifiuta e nel buio del tradimento, dell’ingiustizia e della violenza tenta continuamente di costruire relazioni fraterne.

Sia questo, carissimi, il vostro successo: identificarvi sempre di più col Cristo crocifisso e risorto. Seminando così, offrirete il vostro contributo perché cresca nelle nostre comunità la consapevolezza che la comunicazione del Vangelo al cuore, sovente distratto dei nostri contemporanei, esige come condizione assoluta l’esistenza di comunità impegnate a vivere la fraternità donata da Gesù Cristo; fraternità che si esprime nel dialogo vero, dialogo tra i credenti, dialogo con tutti gli uomini. Un dialogo capace di prendere sul serio ciò che le persone dicono, fraternità che si manifesta nell’accoglienza di tutti, accoglienza che sa condividere gioie e fatiche di ogni altro, che sa riconoscere e accettare con gratitudine ogni frammento di verità e di bontà ovunque si trovi. Una fraternità desiderosa di incontrare tutti e di lasciarsi incontrare da tutti, in un incontro segnato dall’ascolto, dal guardare con affetto e dal capire in profondità la storia concreta delle persone, dall’attenzione e dalla cura nell’accompagnare con rispetto ogni persona, accettandone il ritmo e le possibilità.

Una fraternità di corresponsabili, che si aiutano, perché tutti abitati dallo Spirito Santo, promesso da Gesù asceso al cielo. Di corresponsabili che si aiutano nel ricercare e nel percorrere i sentieri tracciati oggi dallo Spirito Santo per la sua chiesa, che insieme sanno riconoscere, ascoltare e seguire Gesù Cristo sempre presente nella storia e insieme si sostengono nel guardare con speranza e paziente attesa al suo incontro finale quando porterà a compimento il sogno del Padre, sogno descritto dal Padre nostro: rendere l’umanità intera regno di Dio. Un’umanità riconciliata con il Padre in sé stessa.

Grazie al Signore e grazie a voi carissimi per quanto, con il suo aiuto, offrirete al cammino della nostra chiesa».

(31/05/2003)

Su L’ECO DI BERGAMO del 01/06/2003

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