Conclave atlantico o europeo?
Entro venerdì il nuovo Papa

A tre giorni dall'extra omnes che sancirà la clausura dei porporati riuniti in conclave, la catena dei papabili si allunga di ora in ora. Alla ridda di nomi sventolati da giornali e tv, si aggiungono «nuovi» outsider. Molti cardinali si sono già tirati fuori.

Dall'inviato
Emanuele Roncalli

ROMA – A tre giorni dall'extra omnes che sancirà la clausura dei porporati riuniti in conclave, la catena dei papabili si allunga di ora in ora. Alla ridda di nomi sventolati da mattina a sera da giornali e tv, si aggiungono “nuovi” outsider. Molti cardinali si sono già tirati fuori.

«Non mi sento adatto» (Oscar Andres Maradiaga), «Non sarò io, ho trovato un onorevole accordo con lo Spirito Santo» (Carlos Amigo Vallejo), «Mia mamma vorrebbe ma le chance di diventare Papa sono minori di quelle di sostituire A-Rod, campione degli Yankees» (Timothy Dolan), «Mi farebbe paura» (Philippe Barbarin).

I nomi in circolazione sono sempre gli stessi: l'italiano Angelo Scola, arcivescovo di Milano, da una parte, il tedesco-brasiliano Odilo Pedro Scherer dall'altra. Per il cardinale di San Paolo la stampa brasiliana ha montato una «torcida»; Flavio, fratello del porporato, spera che la fumata sia gialloverde.

Fra i due, sono (ri)emersi in modo prepotente nelle ultime ore i nomi di O'Malley, cappuccino, Erdo, Ouellet e Schönborn. L'impressione è che si siano parzialmente dissolte le contrapposizione fra riformisti e curiali, che siano cioè cadute - almeno in parte - le logiche degli schieramenti che vedrebbero da una parte il cosiddetto partito romano, dall'altro i conservatori.

Rimangono di certo i kingmakers, i grandi elettori, con Sodano in prima linea che però non entrerà in conclave, ma le riunioni delle Congregazioni sono servite a tratteggiare un profilo più che a dare un nome del papa, a dibattere le reali emergenze della Chiesa e le richieste dei fedeli.

È innegabile che si è di fronte a tre blocchi che vedono schierati gli americani, i latino-americani e gli italiani. Ma non sono blocchi granitici. C'è chi vede un «conclave atlantico», chi ha già scartato l'idea suggestiva di un asiatico come il filippino Tagle di Manila, chi è certo che la profezia di Malachia (un papa nero, Turkson) rimarrà nei sogni degli africani.

Su alcuni punti però i cardinali hanno sicuramente fatto quadrato: il nuovo Papa dovrà essere energico, non troppo vecchio, capace di unire la Chiesa già tormentata da maggiordomi, corvi e Vatikaleaks. Entro la settimana avremo il papa, che sia curiale o evangelizzatore secondo gli sbrigativi schemi dei media non importa. Al massimo giovedì o venerdì e celebrerà le Palme.

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