Clorato di potassio, lattosio
e «pece greca» per la fumata bianca

A partire dal Conclave 2005, per meglio distinguere il colore delle fumate, è stata utilizzata un'apparecchiatura ausiliaria a fumogeni, oltre alla stufa tradizionale dove vengono bruciate le schede delle votazioni.

A partire dal Conclave 2005, per meglio distinguere il colore delle fumate, è stata utilizzata un'apparecchiatura ausiliaria a fumogeni, oltre alla stufa tradizionale dove vengono bruciate le schede delle votazioni.

L'apparato installato a fianco della stufa tradizionale, è dotato di uno scomparto con sportello, nel quale, - a seconda dell'esito della votazione - sono inserite delle cassette contenenti fumogeni di differente composizione, la cui accensione è avviata da una centralina elettronica, per la durata complessiva di alcuni minuti, durante il corso della bruciatura della schede, come spiega la Sala Stampa della Santa Sede.

Per l'ottenimento di fumate nere la composizione chimica del fumogeni è costituita da perclorato di potassio, antracene e zolfo; per la fumata bianca clorato di potassio, lattosio e colofonia. La colofonia, detta anche «pece greca», è una resina naturale di colore giallo ottenuta dalle conifere. Anticamente per produrre il colore nero si usava il nerofumo o il catrame, e per il fumo bianco, fili di paglia.

Le canne fumarie della stufa e dell'apparecchiatura elettronica confluiscono in un unico condotto che, dall'interno della Cappella Sistina, sfocia in prossimità del colmo della copertura dell'edificio. Per migliorare il tiraggio, la canna è preriscaldata mediante resistenze elettriche ed è dotata di un ventilatore di riserva.

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