Dziwisz, kingmaker di Papa Francesco
«Abbatterà muri. Come Wojtyla»

Dall'inviato
Emanuele Roncalli
«Tutto si è deciso là dentro, nella Cappella Sistina...». Lo storico segretario personale di Giovanni Paolo II, il card. Stanislao Dziwisz, traccia per L'Eco un profilo di Papa Francesco.

Refettorio Casa Santa Marta. Fuori dall'austerità della Sistina, i porporati girano da un tavolo all'altro, eminenti forchette sono impegnate in evoluzioni su un piatto di pasta al sugo. «Ma poi tutto si è deciso là dentro nella Cappella Sistina – precisa il card. Stanislao Dziwisz -. A cena si parlava, ci si conosceva, Certo c'era un bel movimento».

Lo storico segretario personale di Giovanni Paolo II traccia un profilo di Papa Francesco. Tre giorni dopo l'elezione del Papa, si scava sui retroscena, si sbircia dietro le quinte dell'elezione, si ipotizzano voti, spuntano segreti e mezze verità. Dziwisz è felice per l'elezione di Papa Francesco. È ritenuto uno dei kingmaker di Bergoglio, grazie alla pattuglia dei 50 porporati nominati da Wojtyla e le influenze con quelli dei Paesi dell'Est. Ma guai a parlargli di cordate europee o americane. Ci riceve in uno studio alla Casa Polacca sulla Cassia, lontana dal cuore vaticano. Occhi piccoli sul volto bonaccione, si mostra affabile.
Eminenza, Papa Francesco è stato eletto con un plebiscito.
«Significa che il collegio cardinalizio si è mostrato maturo, unito e responsabile».
Che reazione si è avuta in Polonia?
«I giornali polacchi parlavano di 6 candidati, Bergoglio era sempre in qualunque terna o rosa . Il collegio cardinalizio è comunque composto da personalità molto valide e preparate».
Di Wojtyla ricordano tutti quelle ultime parole strozzate.
«Le rivelo il retroscena: quando si affacciò alla finestra dell'appartamento, l'ultima volta, non riuscì a parlare e battè la mano sul leggio. In realtà aveva voluto affacciarsi perché poco prima riusciva a parlare, aveva voce».
Papa Francesco le ricorda Giovanni Paolo II?
«È stato ordinato vescovo da Wojtyla. Spalancherà le porte della Chiesa, avvicinandola al mondo. Anche nella comunicazione è simile. Rispettoso del protocollo, ma libero di parlare a braccio».
Giovanni Paolo II ha abbattuto i muri dell'Est, Francesco cosa farà per le sue genti?
«Libertà e dignità umana sono due cardini dei discorsi pronunciati da Giovanni Paolo II nei suoi viaggi in America Latina. Bergoglio ha lo stesso pensiero. Hanno avuto la stessa visione critica verso la Teologia della liberazione. E il cardinale argentino non ha mai visto nel marxismo la soluzione dei problemi sociali».
Sorpreso per il nome Francesco?
«Il programma del suo pontificato sta tutto lì. C'è bisogno di una figura carismatica».
E anche umile?
«Lo si è visto subito. Dipende anche dalle origini. Io è Francesco abbiamo in comune il fatto che entrambi i nostri papà erano ferrovieri. Ma io non diventerò mai Papa (ride Ndr)».

Emanuele Roncalli

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