Famiglia distrutta in uno schianto
Il papà è stato rinviato a giudizio

Nell'incidente aveva perso il figlioletto di appena sette mesi, provocando gravi ferite anche alla moglie, incinta di due mesi: Conea Vasile, romeno di 25 anni, è stato rinviato a giudizio per quell'episodio, accusato di omicidio colposo.

Nell'incidente aveva perso il figlioletto di appena sette mesi, Messi Andreia Vasile, provocando gravi ferite anche alla moglie, incinta di due mesi: giovedì mattina Conea Vasile, romeno di 25 anni, è stato rinviato a giudizio per quell'episodio, accusato di omicidio colposo. Lo ha deciso il giudice dell'udienza preliminare Ezia Maccora, che ha fissato l'udienza di smistamento davanti al giudice monocratico per il 5 dicembre prossimo.

La tragedia, che di fatto ha distrutto un'intera famiglia all'epoca residente a Palosco, risale al 18 febbraio del 2011, a Mornico, lungo la provinciale 98. Quel giorno Conea Vasile si trovava alla guida della sua auto, una Renault Megane Scenic, insieme alla moglia Mihaela, di 23 anni, incinta di due mesi, che teneva a sua volta in braccio il figlioletto Messi Andreia, nato il 10 luglio 2010. I tre stavano raggiungendo il pediatra a Mornico, visto che il bimbo avevo l'influenza e avevano preso appuntamento.

All'incrocio tra la provinciale 98 e via Malaghi, nel territorio comunale di Mornico, la loro auto si era scontrata lateralmente e in modo violento con una Seat Alhambra condotta da un muratore trentaquattrenne di Brescia, tanto che l'auto di Vasile era finita fuori strada a causa dell'impatto. Nell'urto la peggio era stata purtroppo per il bimbo di appena sette mesi che era stato sbalzato fuori dall'abitacolo. I soccorsi erano arrivati nel giro di pochi minuti, trasportando d'urgenza il piccolo ai Riuniti: per lui non c'era stato nulla da fare, ed era spirato in ospedale la sera stessa.
Ferita molto gravemente anche la madre: nonostante diversi interventi chirurgici, purtroppo, la donna è rimasta paralizzata e ha perso anche il bambino che aspettava. I successivi accertamenti degli inquirenti, gli agenti della polizia stradale di Treviglio, avevano portato ad accertare che Vasile Conea, a quell'incrocio, era passato con il rosso, tagliando la strada al muratore. Il venticinquenne era stato indagato a piede libero per l'omicidio colposo del figlioletto.

Il giovane aveva chiesto, tramite il difensore, di procedere con rito abbreviato (richiesta respinta dal gup), subordinato alla testimonianza della moglie e a una perizia sulla dinamica dell'incidente: sentito dagli inquirenti, Conea Vasile aveva sostenuto che l'altra auto viaggiava a fari spenti e che lui era passato col rosso solo perché spinto dalla fretta di arrivare dal pediatra dato che il bimbo stava male e piangeva e non aveva visto l'altra vettura a causa della poca luce.

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