Sabato 04 Maggio 2013
Certificato antimafia, che attesa
«Ma così la mia ditta fallisce»

Ma non può farlo, perché la sua richiesta della certificazione antimafia, protocollata il 13 dicembre dalla prefettura, non ha ancora ottenuto risposta. A denunciare il caso è Alberto Freddi, cinquantenne di Schinevoglia (Mantova) fondatore della Mnt, azienda di Parma specializzata in movimento terra, noleggio e trasporti.
L'imprenditore ha recentemente chiesto un incontro con il prefetto Camillo Andreana per cercare di sbloccare al più presto la pratica: visto il prolungarsi dei tempi, il rischio è di non vedersi aggiudicato l'appalto per il quale è candidato con inevitabili, a suo dire, gravi conseguenze sull'azienda e sui dipendenti.
«Perché se perdiamo questo appalto - afferma Freddi - perdiamo 800 mila euro al mese per tre o quattro anni. E questo mi costringerà a ricorrere alla cassaintegrazione per i miei dipendenti». La prima cosa che potrebbe venire in mente è che la certificazione antimafia non sia ancora stata rilasciata perché sono state individuate delle criticità.
Per affrontare il problema di petto l'imprenditore mantovano a febbraio si è recato di persona in prefettura a Bergamo. «Ho chiesto spiegazioni del ritardo e se avevano sospetti sulla mia azienda, ma non hanno saputo darmi risposte, se non che hanno molto lavoro e che non riescono a smaltire tutte le pratiche».
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m.sanfilippo
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