Giorgio Jannone indagato
L'accusa: «Tentata estorsione»

Giorgio Jannone è indagato per tentata estorsione. È l'unica certezza finora trapelata da un'indagine attorno alla quale s'è stretto un riserbo pressoché impenetrabile. Al momento è difficile capire quale sia il preciso episodio contestato.

Giorgio Jannone è indagato per tentata estorsione. È l'unica certezza finora trapelata da un'indagine attorno alla quale s'è stretto un riserbo pressoché impenetrabile. Perché, se l'ambiente in cui sarebbe maturato il presunto reato ha quasi sicuramente a che fare con la battaglia scatenata dall'ex deputato del Pdl all'interno di Ubi Banca, nessuno che non siano gli inquirenti, forse nemmeno lo stesso indagato (a meno di legittimi e comprensibili bluff con i cronisti), è riuscito al momento a capire quale sia il preciso episodio contestato.

«Le mie ripetute affermazioni sull'irregolarità delle liste di Ubi Banca e le denunce inviate a Consob, Banca d'Italia e Ubi hanno provocato questo provvedimento», ha ripetuto ieri Jannone a L'Eco di Bergamo. Che è poi il concetto espresso già all'indomani delle perquisizioni subite da Finanza e carabinieri nell'abitazione e nel suo ufficio di presidente e amministratore delegato della Pigna, quando la notizia dell'indagine era approdata sulle pagine dei giornali: «A tuttora non so esattamente perché sono indagato. So però che quanto è accaduto deriva da un atto dei vertici di Ubi Banca nei miei confronti certamente connesso alle mie recenti denunce pubbliche», aveva scritto mercoledì pomeriggio Jannone in un comunicato. Detta così, si potrebbe anche essere indotti a pensare a una ritorsione dei vertici Ubi. Ma il politico ci tiene a precisare che non accusa nessuno.

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