«Un'infezione e la vita rovinata»
Mamma 41enne resta paralizzata

Costretta su una sedia a rotelle dopo essere stata colpita dall'aracnoidite, malattia che le ha paralizzato le gambe e stravolto per sempre la vita, a soli 41 anni. Monica Zini, orafa di Martinengo, non si dà pace e ora vuole la verità.

Costretta su una sedia a rotelle dopo essere stata colpita dall'aracnoidite, malattia che le ha paralizzato le gambe e stravolto per sempre la vita, a soli 41 anni. Monica Zini, orafa di Martinengo, non si dà pace e ora vuole la verità, chiedendo alla magistratura di capire cosa le sia accaduto e soprattutto di chi siano le responsabilità dello stato in cui si trova.

Per farlo ha presentato una querela alla Procura: se ne occupa il pm Maria Esposito, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per lesioni colpose. Nella documentazione c'è anche la relazione della consulenza tecnica voluta dall'avvocato Andrea Locatelli di Bergamo, legale di Monica Zini: «L'accertamento tecnico di parte era opportuno prima di presentare la querela - spiega l'avvocato - e infatti ci siamo mossi solo dopo che l'esito ha rivelato l'aracnoidite di origine batterica, alimentata dallo staphylococcus aureus che la donna avrebbe preso lo scorso novembre ai Riuniti di Bergamo, durante il ricovero nella Terapia intensiva a seguito di un'operazione alla testa».

L'intervento si era reso necessario per eliminare i danni causati da un'emorragia cerebrale che aveva colpito Monica Zini mentre si trovava al lavoro, il 1° novembre. All'operazione erano seguite le cure e i primi problemi legati, sembra, all'infezione.

Tutto è cambiato nella vita di Monica Zini, originaria di Chiari (Brescia) e residente prima a Calcio con la famiglia e poi da 14 anni a Martinengo: ha perso il lavoro, è limitata in tutto e a sorreggerla, non solo fisicamente, sono il marito Angelo, i genitori Bruno e Marilena, la sorella Lara e il figlio Alessandro, di soli 11 anni.

Dall'operazione e dal coma alle cure nella Terapia intensiva e in Neurochirurgia. Un periodo, secondo Monica Zini e gli specialisti della consulenza tecnica, durante il quale il batterio si sarebbe insediato. Nel frattempo l'Azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII: «Abbiamo fornito agli inquirenti la documentazione richiesta e la massima collaborazione. Attendiamo di conoscere l'esatto contenuto della querela e le attuali condizioni della paziente, giunta in ospedale nel novembre scorso in pericolo di vita per una grave emergenza e attualmente non più seguita dai nostri specialisti».

Leggi di più su L'Eco di martedì 14 maggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA