«Varicella?». «Sì, è guarita»
Ma la famiglia resta a terra

«Abbiamo dovuto rinunciare all'unica settimana di vacanza per colpa di una presunta varicella diagnosticata senza controlli: vogliamo giustizia». L'appello è di una famiglia sabato 8 giugno avrebbe dovuto volare a Marsa Alam da Orio al Serio.

«Abbiamo dovuto rinunciare all'unica settimana di vacanza per colpa di una presunta varicella diagnosticata senza controlli: vogliamo giustizia». L'appello è di una famiglia di Lodi, compagno, compagna e figlia di 3 anni che sabato 8 giugno avrebbe dovuto volare a Marsa Alam da Orio al Serio con la compagnia aerea NeosAir ma al momento di imbarcarsi il personale di volo, gestito da Ags Handling, ha impedito ai tre turisti di farlo. Il motivo? La bambina, dieci giorni prima, aveva contratto la varicella.

«Il pediatra ci aveva assicurato che poteva viaggiare - racconta la madre della bambina - e che non era più contagiosa. Ci siamo presentati all'aeroporto e siamo passati da tutti i controlli senza alcuna osservazione del personale. Siamo arrivati fino al gate ma qui un'addetta della compagnia Ags Handling mi ha chiesto se la bambina avesse avuto precedentemente la varicella. Io le ho risposto di sì ma che non c'era alcun pericolo di contagio. Purtroppo però le nostre ragioni non sono valse a nulla e siamo dovuti tornare indietro. Abbiamo parlato col responsabile della Ags Handling che poco prima ci aveva accolto senza alcun problema al check-in ma questo ha confermato che non potevamo partire. Ci siamo rivolti quindi al medico dell'aeroporto, il quale ha visitato la bambina e ha rilasciato un regolare certificato medico in cui spiegava che la sua varicella non era più contagiosa ma ormai era troppo tardi».

I tre mancati turisti si sono poi rivolti al tour operator Atlantide da cui avevano acquistato un pacchetto vacanza da circa 1.800 euro: «Ci hanno offerto un pacchetto per la settimana successiva - raccontano le vittime - ma per noi questo era impossibile per motivi di lavoro. Dispiace che mia figlia non ha fatto le vacanze e che siamo stati trattati molto male. Di certo da Orio al Serio non passeremo mai più e ora intendiamo procedere per vie legali».

Ags Handling ha risposto alle lamentele della famiglia: «Riconosciamo l'oggettiva responsabilità per il mancato imbarco - si legge nella lettera inviata -. I segni della varicella non sono stati riconosciuti al check-in, in quanto il nostro personale non è in possesso di qualifiche adeguate per diagnosticare quelle ed altre malattie; li abbiamo invece rilevati al gate, sia col contributo di una collega sia grazie alle civili proteste degli altri passeggeri. La nostra addetta - si legge qualche riga dopo - l'ha raggiunta sul bus interpista chiedendole spiegazioni, e a domanda diretta ha risposto "ha la varicella da 8 giorni" e quando le abbiamo chiesto se fosse in possesso di un certificato medico che attestasse condizioni idonee al viaggio, ha risposto che non lo aveva. Il comandante titolare del volo - si legge in conclusione - messo a conoscenza dei fatti ha negato l'imbarco». Nei giorni successivi un altro caso analogo a Orio al Serio con la stessa compagnia aerea ma in questa occasione il passeggero aveva regolare certificato medico e tutto è filato liscio.

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