Minoranze all'attacco di Bandera:
le sue sono dimissioni strumentali

«Quelle dell'assessore leghista Massimo Bandera sono dimissioni strumentali di chi, alle porte di un consiglio straordinario sulla sicurezza chiesto e sollecitato da mesi dalle opposizioni in Consiglio Comunale, cerca di nascondere le proprie inadempienze».

«Quelle dell'assessore leghista Massimo Bandera sono dimissioni strumentali di chi, alle porte di un consiglio straordinario sulla sicurezza chiesto e sollecitato da mesi dalle opposizioni in Consiglio Comunale, cerca di nascondere le proprie inadempienze».

È il commento di Elena Carnevali e di Roberto Bruni all'annuncio dell'assessore al Comune di Bergamo, Bandera, di rassegnare la delega alla sicurezza in segno di protesta contro il provvedimento della «messa alla prova», da lui giudicato, in piena sintonia con il suo partito, negativamente e definito un provvedimento «svuota carceri».

«Le sue dimissioni - spiega Carnevali - sono una vera e propria fuga di fronte alle proprie responsabilità. Il disegno di legge su detenzione domiciliare e "messa alla prova" è un primo passo per ripensare il sistema delle pene in attuazione della sentenza della Corte europea dei diritti dell'Uomo che ha condannato l'Italia per il sovraffollamento carcerario».

«Non è un indulto, né, tantomeno, uno sconto di pena. Non c'è nessun automatismo: la pena, nel caso di reclusione ai domiciliari, sarà applicata dal giudice della cognizione, e non più da quello della sorveglianza, solo se sarà esclusa la pericolosità sociale dell'imputato e per reati di non particolare allarme sociale».

«La misura alternativa al carcere diventa pena principale evitando inutili passaggi in carcere che sono deleteri e costosi per la società. In questo modo - prosegue Carnevali - è garantito il rispetto del principio costituzionale del fine rieducativo e della proporzionalità della pena».

«L'assessore - sottolinea Roberto Bruni - dorma sonni tranquilli: non siamo di fronte a uno "svuota carceri". Ci auguriamo che di fronte a un argomento così delicato nessuno giochi sulla pelle di migliaia di persone tra carcerati e guardie penitenziarie che vivono quotidianamente uno stato di degrado e disumano di grande sofferenza. Bandera rifletta sul ben minor tasso di recidiva di chi sconta la pena non in carcere e sull'evidente fallimento dei pacchetti sicurezza degli anni passati».

«Riteniamo - conclude Bruni - che le sue dimissioni vadano accolte perché chi pensa a fare una facile demagogia forcaiola nel tentativo di raddrizzare le sorti declinanti della propria forza politica, anziché occuparsi dei problemi concreti della sicurezza nella città di Bergamo, si dimostra inadeguato al suo compito».

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