Rapporto dell'Asl sul lavoro
Meno infortuni, ma troppi tumori

Gli effetti della crisi ricadono anche sugli investimenti per le misure di sicurezza sui luoghi di lavoro. Le aziende faticano a investire nel settore, e dove possibile, rimandano agli anni successivi le misure da mettere in atto.

Gli effetti della crisi ricadono anche sugli investimenti per le misure di sicurezza sui luoghi di lavoro. Le aziende faticano a investire nel settore, e dove possibile, rimandano agli anni successivi le misure da mettere in atto. Insomma, nella «spending review» delle aziende, la voce sicurezza non rientra tra quelle da salvare.

Il quadro emerge dall'azione dei tecnici Asl Bergamo del servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, che nel 2012 in tutta la provincia di Bergamo hanno effettuato 8.237 controlli, di cui 6.134 in tema di salute e sicurezza del lavoro e 2.103 verifiche sulla sicurezza degli impianti.

Tra i settori particolarmente controllati quelli ad «alto rischio», come l'edilizia, l'agricoltura, la metalmeccanica e il settore dei trasporti. Da tre anni a questa parte i controlli nelle aziende proseguono spediti. I numeri sono stati raccolti nel «Report delle attività» redatto annualmente, dove si contano 681 violazioni, per le quali sono stati previsti provvedimenti sanzionatori. La maggior parte dei sanzionati opera nel settore dell'edilizia. Segue il settore dell'agricoltura, ma con numeri residuali (11 violazioni contro le 329 dell'edilizia).

Nel corso del 2012, Asl ha attuato piani mirati e controlli per la sicurezza sul lavoro, anche per quanto riguarda i tumori le cui cause sono riconducibili a una esposizione professionale. Dal 2004 al 2012 Asl ha ricevuto segnalazioni per 434 tumori, e di questi, il 95% (411 dei casi) rispondevano ai criteri di selezione per essere sottoposti a indagine specifica. Sono state analizzate 385 neoplasie, e nel 45% dei casi è stato possibile ricondurre la causa ad una esposizione professionale.

Nel 2012, dei 39 casi segnalati, 37 sono stati selezionati e di questi, 21 sono stati riconosciuti come casi di origine professionale (nel 2011 erano 22 casi). Tra le cause principali l'amianto, con 421 i casi (5%) di patologie segnalate nel decennio 2001-2012 correlati all'esposizione professionale ad amianto.

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