«Nagar lavoratore instancabile»
Era cameriere a «La Marianna»

Domenica mattina, il giorno dopo la tragedia. A «La Marianna», in Città Alta, i camerieri hanno poca voglia di parlare. Il pensiero corre a al collega Nagar Wahid, il trentenne egiziano annegato sabato pomeriggio nel Brembo, fra Almenno San Salvatore e Villa d'Almè.

Domenica mattina, il giorno dopo la tragedia. A «La Marianna», in Città Alta, i camerieri hanno poca voglia di parlare. Il pensiero corre a al collega Nagar Wahid, il trentenne egiziano annegato sabato pomeriggio nel Brembo, fra Almenno San Salvatore e Villa d'Almè.

Sono quasi le tredici e nella sala bar c'è un silenzio irreale. I colleghi passano fra i clienti con gli occhi puntati in basso. Qualcuno trova il coraggio e le parole per commentare l'accaduto: «Siamo sconvolti. Nagar era un lavoratore instancabile. Qui siamo come una grande famiglia, ci conosciamo tutti e siamo molto legati l'uno con l'altro».

Sabato mattina Wahid, come di consueto, era a «La Marianna». A mezzogiorno ha staccato dal turno di lavoro e si è diretto a Petosino, dove viveva, a prendere la moglie e il figlio di un anno e mezzo. La famiglia si è recata sul Brembo, in una zona frequentata dai bagnanti poco a nord dalle cave di Almenno, per godersi la giornata di bel tempo.

Poi, intorno alle 15, l'incidente: il giovane è salito su una specie di promontorio in mezzo al fiume ed è caduto, scivolando, dalla parte in cui il corso d'acqua si fa più profondo e la corrente più veloce. Un quarantottenne di Villa d'Almé si è buttato nel Brembo per cercare l'egiziano, ma era già troppo tardi: il corpo è finito sul fondo del fiume.

Molto probabilmente Nagar non sapeva nuotare e non conosceva il pericolo di quel tratto di Brembo. Esclusa, dagli amici, l'ipotesi della congestione: il cameriere, musulmano, stava osservando il Ramadan, il mese di digiuno diurno per la religione islamica.

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