Alte temperature, anziani a rischio
Timori per chi vive solo in casa

È allarme caldo nella penisola, l'estate sta per raggiungere il suo picco di fuoco e FederAnziani, federazione della terza età, diffonde il suo appello a tutela delle persone più fragili: gli anziani.

È allarme caldo nella penisola, l'estate sta per raggiungere il suo picco di fuoco e FederAnziani, federazione della terza età, diffonde il suo appello a tutela delle persone più fragili, che più di tutti rischiano per le conseguenze di questa intensa ondata di calore: gli anziani.

«Dobbiamo prevenire il triste bollettino di vittime fra gli over 65 che troppo spesso ci viene comunicato in estate - dichiara il presidente FederAnziani Roberto Messina -. Tanto più che l'ondata di calore appena iniziata si annuncia come la più intensa degli ultimi 10 anni, superiore anche alla famigerata estate 2003 e ai picchi di fuoco dello scorso anno. Caronte infiammerà il nostro Paese con temperature che in molte regioni supereranno i 40 gradi. Urge massima allerta».

L'emergenza caldo riguarderà anche il mezzo milione di anziani ospitati negli ospedali e nelle case di riposo, dove l'aria condizionata resta un miraggio. Inoltre occorre tener presente che in condizioni climatiche normali il 2% dei due milioni di italiani affetti da piaghe da decubito e ulcere cutanee soffre di infezioni di tali lesioni. Con il caldo eccezionale di questi giorni, invece, la percentuale sale al 10/15%: ciò significa oltre 250 mila malati costretti a sottoporsi a cure continue, interventi chirurgici, facendo decuplicare la spesa a carico del Sistema sanitario nazionale.

FedeAnziani fa appello al Ministro Beatrice Lorenzin e chiede di estendere il monitoraggio alle strutture dove vi è un'alta concentrazione di over 65enni, già debilitati da altre malattie (circa 500.000 anziani tra ospedali, case di riposo e R.S.A.). «Nelle case di riposo e nei centri di accoglienza sono ospitate oltre 250 mila persone, che ancora oggi, in buona parte non usufruiscono di aria condizionata nelle stanze e nei reparti – prosegue Messina –. Secondo recenti studi, gli impianti di condizionamento mancano nel 48% degli ospizi pubblici, e solo nel 20% di essi si può trovare aria condizionata nei locali comuni come la sala Tv o il refettorio. Nelle case di riposo private la percentuale di strutture senza alcun refrigerio scende al 43%, e diminuisce la presenza di condizionatori anche nei locali comuni (14,8%)».

«Per quanti vivono soli – aggiunge Messina – la raccomandazione è quella di mantenersi sempre in contatto con amici e parenti, per avere assistenza in caso di bisogno e bere molto. Negli ultimi due anni FederAnziani ha messo in risalto queste problematiche, perché fermamente convinti che occorre prevedere una seria programmazione. Le emergenze bisogna evitarle con una politica di interventi a monte, e non fronteggiarle quando raggiungono il punto di criticità».

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