Caso Morandi: gli interrogatori
Dal pm clienti, colleghi e ispettori

Si profila un autunno caldo per l'inchiesta che vede indagato per appropriazione indebita Benvenuto Morandi, direttore (sospeso) della filiale Private della banca Intesa San Paolo di Fiorano. Dopo l'estate la Procura ha infatti in animo di dare il via al valzer degli interrogatori.

Si profila un autunno caldo per l'inchiesta che vede indagato per appropriazione indebita Benvenuto Morandi, direttore (sospeso) della filiale Private della banca Intesa San Paolo di Fiorano. Dopo l'estate la Procura ha infatti in animo di dare il via al valzer degli interrogatori.

Saranno sentiti i clienti che hanno denunciato i presunti ammanchi (quattro per il momento), i colleghi di Morandi e anche gli ispettori dell'istituto di credito che dai primi di luglio stanno svolgendo un'indagine interna alla filiale di Fiorano, lavoro che ha indotto l'Intesa SanPaolo a presentare querela contro il suo dipendente.

La scaletta degli interrogatori per le verifiche delle accuse è quella che che in piazza Dante viene definita la seconda fase. Per il momento, però, siamo ancora alla prima: e cioè, all'acquisizione e allo studio della documentazione riguardante le operazioni di investimento che avrebbero portato, secondo l'accusa, alla sparizione di milioni di euro dai conti correnti.

Ma come mai questa vicenda ha avuto un clamore più dilatato rispetto ad altre simili? Per l'alone di mistero che continua a conservare. Perché, a fronte delle numerose lamentele piovute alla filiale, solo in quattro se la sono sentita di denunciare Morandi? E perché quest'ultimo, se davvero ha combinato quello che gli viene attribuito da qualcuno, non è fuggito?

Nelle altre storie di promotori finanziari fedifraghi (anche se Morandi non appartiene alla categoria, perché gli investimenti passavano dalla supervisione dell'Intesa San Paolo) il copione è quasi sempre ben delineato: il personaggio che scompare insieme ai risparmi dei clienti, questi ultimi che corrono a denunciarlo. Qui invece no. Perché?

Leggi di più su L'Eco di martedì 6 agosto

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