Csm apre pratica sul giudice Esposito
Il magistrato: affermazioni generiche

Il Csm apre la pratica sul giudice Antonio Esposito, presidente del collegio che ha condannato Berlusconi per frode fiscale. Il magistrato replica: affermazioni generiche. ASCOLTA IL PASSAGGIO DELL'INTERVISTA

Dopo la vicenda dell'intervista al «Il Mattino», il Csm apre la pratica sul giudice della Cassazione Antonio Esposito, presidente del collegio che ha condannato in via definitiva Silvio Berlusconi per frode fiscale. Il fascicolo è stato assegnato alla Prima Commissione, competente sui trasferimenti d'ufficio per incompatibilità.

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A chiedere l'intervento di Palazzo dei marescialli erano stati martedì i consiglieri laici del Pdl Nicolò Zanon, Filiberto Palumbo e Bartolomeo Romano, ritenendo particolarmente grave la scelta di Esposito di rilasciare l'intervista al quotidiano napoletano, soprattutto per aver di fatto «anticipato» le motivazioni della sentenza che devono essere ancora depositate.

È stato il vice segretario generale del CSM, su disposizione del vice presidente Michele Vietti e sentito il comitato di presidenza, a disporre «in via d'urgenza»- spiega una nota di Palazzo dei marescialli- la trasmissione della pratica alla Prima Commissione.

Il giudice Antonio Esposito ribadisce, dopo aver ascoltato la registrazione della sua intervista al Mattino, che il contenuto è stato «manipolato» con l'inserimento dell'articolo di una domanda sul processo Mediaset, «mai invece rivoltagli dal giornalista», e che nè domanda nè risposta erano riportate nel testo da lui ricevuto via fax. 

Nel passaggio dell'intervista al Mattino relativo al «non poteva non sapere», il giudice Antonio Esposito stava parlando «delle valutazioni degli accertamenti di fatto che compiono i giudici del merito e non certamente la Cassazione, che non è giudice del fatto». È quanto fa sapere lo stesso Esposito, spiegando in sostanza che le sue affermazioni si riferivano, in modo «del tutto generico» alle sentenze di primo e secondo grado e non al lavoro svolto dalla Suprema Corte.

«Sicché - prosegue Esposito in una nota, scritta in terza persona - dall'integrale lettura del discorso, comprese le parti omesse e scevra della domanda specifica del processo (non rivolta), appare evidente che Esposito si riferiva - sempre in astratto e con riferimento a casi nei quali si era parlato di "poteva non sapere" - agli accertamenti e alle valutazioni di fatto dei giudici di merito».

Esposito riferisce di affermazioni a lui attribuite dal Mattino e «mai pronunziate», «con conseguente falsità dei titoli pubblicati nella prima e nella seconda pagina del giornale con grandissimo rilievo ed effetto mediatico», afferma il giudice. (Ansa)

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