Gorle, il Tar dà ragione al sindaco
«La procedura è stata corretta»

L'assegnazione degli alloggi popolari da parte del Comune e del sindaco di Gorle è avvenuta legittimamente: così il Tar di Brescia sentenzia riguardo alla questione che aveva visto protagoniste Santina Ronsisvalle e la figlia Gioelle Griggio.

L'assegnazione degli alloggi popolari da parte del Comune e del sindaco di Gorle è avvenuta legittimamente: così il Tar di Brescia sentenzia riguardo alla questione che aveva visto protagoniste Santina Ronsisvalle e la figlia Gioelle Griggio.

Le due donne, sfrattate dalla loro abitazione il 29 marzo 2012, si sono battute per l'assegnazione di una casa da parte del Comune, da loro ritenuta dovuta in quanto risultanti prime nella lista compilata dall'Aler di Bergamo (l'Agenzia lombarda per l'edilizia residenziale) a cui il Comune avrebbe dovuto fare riferimento. Quando un'abitazione in zona «cascina molino sud» è stata disponibile, l'ente ha però assegnato la stessa a un'altra richiedente più in basso nella lista, scatenando la reazione delle due donne che non si sono limitate a fare ricorso al Tar denunciando un presunto abuso d'ufficio da parte di Marco Filisetti - sindaco di Gorle - ma hanno dato vita a una vistosa protesta di fronte al Comune, dove la Griggio si è addirittura incatenata.

I giudici del Tar hanno ritenuto che il Comune abbia agito legittimamente, interpretando l'obbligo imposto per legge di rispettare il vincolo di destinazione, collegato allo specifico finanziamento in ragione del quale è stata possibile la realizzazione dell'abitazione stessa.


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