«Io volontario a Casa Italia»
Un bergamasco racconta Rio 2013

Un bergamasco in mezzo a 8 mila giovani italiani. Luca Foiadelli ricorda la sua esperienza a Casa Italia: per la Giornata mondiale della gioventù che è stata vissuta a Rio, in Brasile, il bergamasco era tra i volontari italiani che hanno accolto i ragazzi.

Un bergamasco in mezzo a 8 mila giovani italiani. Luca Foiadelli ricorda la sua esperienza a Casa Italia: per la Giornata mondiale della gioventù che è stata vissuta a Rio, in Brasile, il bergamasco era tra i volontari italiani che hanno accolto i ragazzi e partecipato alla strabiliante ed emozianante esperienza spirituale con Papa Francesco.

«E dopo Colonia 2005, e Madrid 2011 eccomi qui a raccontare Rio 2013 da volontario di Casa Italia - scrive -. Sono partito da Bergamo il 13 luglio alla volta di Roma dove ho incontrato i miei compagni di viaggio, un gruppo di ragazzi e ragazze da tutta Italia, con i quali sarei partito per Rio per aprire Casa Italia, una “casa” per tutti i pellegrini italiani lontani da casa».

«Siamo atterrati a Rio, dopo aver fatto scalo a Francoforte, domenica mattina. Subito abbiamo lasciato i bagagli e ci siamo immersi nella vita mattutina di Rio. Abbiamo passato la prima settimana della nostra permanenza a Rio allestendo Casa Italia, per renderla accogliente e calda proprio come la casa di un amico che ci accoglie - continua il suo racconto -. Dalla mia permanenza a Rio ho sicuramente imparato ad apprezzare lo spirito di accoglienza e di apertura dei brasiliani, disponibili in tutto e per tutto. Finito di preparare è giunto finalmente il centro della nostra esperienza di volontari: l'accoglienza dei pellegrini circa 8000 italiani ci stavano raggiungendo a Rio e si aspettavano di trovare degli amici che li avrebbero accolti».

«Arriva la domenica 21 agosto e iniziano i lunghi arrivi all'aeroporto internazionale di Rio degli aerei con a bordo i nostri tanto attesi pellegrini - spiega -. Il centro della giornata mondiale della gioventù è sicuramente stato l'arrivo di papa Francesco; un “giovane” tra i suoi giovani. Si poteva toccare l'entusiasmo e la fede dei giovani che con grande gioia aspettavano l'ospite d'onore della grande festa. I giorni centrali sono stati fantastici, emozioni uniche e sensazionali, che ti segnano dentro, che ti fanno capire che con la fede si può tutto».

«Molti i momenti in cui i giovani hanno potuto sentire la vicinanza del Papa e rispettivamente il Papa ha potuto sentire l'amore dei suoi giovani. Tutti ci porteremo sempre nel cuore ciò che Papa Francesco ci ha detto e comunicato con i suoi gesti e con le sue parole. A causa del maltempo non abbiamo potuto raggiungere il “campus fidei” di Guaratiba e tutti gli eventi sono cosi stati spostati sulla spiaggia di Copacabana - ricorda il bergamasco -. Quasi 3.500.000 di giovani, in questa suggestiva cornice, si sono fermati nel silenzio a pregare con il Papa, ad ascoltarlo e a dimostrare la loro fede al mondo intero».

«Durante il suo discorso della veglia Papa Francesco ci ha detto che il campo della fede non è un luogo fisico, ma siamo noi, dove Dio ogni giorno semina la sua Parola, il papa ci ha pregato di diventare terreno buono e accogliente per questo dono che ci viene fatto. Per concludere, durante l'omelia papa Francesco ha spiegato il tema e ha consegnato il mandato a noi giovani: “Andate e fate discepoli tutti i popoli"». Luca Foiadelli conclude il suo racconto con le parole del Pontefice: «La cosa che più mi resterà impressa è la frase che ci ha lasciato come mandato la domenica: “Andate senza paura per servire. Cari giovani, nel ritornare alle vostre case non abbiate paura di essere generosi con Cristo, di testimoniare il suo Vangelo. Anche per voi è così. Portare il Vangelo è portare la forza di Dio per sradicare e demolire il male e la violenza; per distruggere e abbattere le barriere dell'egoismo, dell'intolleranza e dell'odio; per edificare un mondo nuovo. Cari giovani: Gesù Cristo conta su di voi! La Chiesa conta su di voi! Il Papa conta su di voi"».

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