«Bergamo è nata dalle sue pietre»
Ricerche per 30 anni di un geologo

A Longuelo nel Pleistocene, cioè fino a 12 mila anni fa circa, c'era un lago. Alzino poi la mano quanti sanno che ad Astino c'era - e c'è ancora - una miniera: si estraeva il flysch di Bergamo, una pietra sfruttata da una società di Calusco.

A Longuelo nel Pleistocene, cioè fino a 12 mila anni fa circa, c'era un lago. Alzino poi la mano quanti sanno che ad Astino c'era - e c'è ancora - una miniera: si estraeva il flysch di Bergamo, una pietra sfruttata da una società di Calusco, passata intorno al 1920 all'Italcementi.

Sono alcune delle curiosità che emergono dal volume di Emanuele Valentino «Geologia del Comune di Bergamo e itinerari geoturistici». Valentino, geologo nato a Milano ma residente a Treviolo, per 35 anni dipendente dell'Italcementi, ha riassunto in una sessantina di pagine - cui se ne aggiungono un'ottantina dedicate a fotografie e mappe (realizzate con l'aiuto di Osvaldo Testa, disegnatore di Albino) - la storia della nostra città raccontata attraverso i suoi sassi.

Bergamo infatti, lo precisa anche il sottotitolo del volume, è «una città nata dalle sue pietre». Stampato in un migliaio di copie dalla Sandit di Albino ( www.sanditlibri.it ), il volume è il frutto di 30 anni di lavoro. Trent'anni durante i quali Emanuele Valentino si è letteralmente calato all'interno di ogni scavo che veniva aperto a Bergamo, per esempio per costruire una nuova abitazione, e di ogni buco che potesse fornirgli informazioni utili a scoprire su quale tipo di terreno viviamo e camminiamo ogni giorno. Voleva, e dopo 30 anni c'è riuscito, realizzare completamente a mano una carta geologica aggiornata (l'ultima risale al 1967).

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