Mons. Donghi alla Settimana liturgica:
Il lettore nella Messa rappresenta Cristo

Mons. Donghi alla Settimana liturgica. Oggi il convegno in Seminario e nel pomeriggio a Sotto il Monte con una testimonianza dell'arcivescovo Loris Capovilla e la Messa alle 16,30 presieduta dal vescovo Beschi.

«Il ruolo del lettore nella Messa non è soltanto leggere e tornare nel banco. In forza della vocazione battesimale, in questo ruolo rappresenta Cristo vivente e leggendo ha e dona la gioia di leggere la Parola di Dio». È un passaggio della relazione di monsignor Antonio Donghi, docente di Liturgia nel nostro Seminario e consultore della Congregazione vaticana per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti. Una relazione accolta da calorosi applausi ieri mattina in Seminario nella terza giornata della 64ª settimana liturgica nazionale, sul tema «Cose nuove e antiche (Mt 13, 52). La liturgia a 50 anni dal Concilio».

Presenti anche il vescovo Francesco Beschi, il vicario generale monsignor Davide Pelucchi e il vicario episcopale monsignor Vittorio Nozza. La prima relazione, «Il rito. Mistero, simbolo e presenza», è stata tenuta da don Gianni Cavagnoli docente all'Istituto Liturgia pastorale Santa Giustina di Padova e parroco a Cremona.

«Segno e simbolo non sono termini identici – ha affermato – e il senso autentico della celebrazione poggia sulla Parola di Dio, diventando così nuovo evento. La liturgia non è filosofia, ma è vita. Il mistero è Cristo stesso che si incarna nella storia e ha la sua centralità nella Pasqua».

Chi è il soggetto della celebrazione? «Lo siamo tutti, non per la riforma liturgica ma perché inseriti nel mistero pasquale con il Battesimo». Poi il discorso sul simbolo. «La celebrazione mette insieme gesti e parole in equilibrio. Anche i fiori, che sono un segno, e i canti hanno un linguaggio: questa non è magnificenza, ma efficacia pastorale».

Infine, il discorso sulla presenza. «Significa dare efficacia alla presenza reale di Cristo fino alla fine dei giorni. Questa presenza è per eccellenza nell'Eucaristia, ma Cristo è presenza reale anche nel prete che celebra, spogliandosi di sé stesso per agire come Cristo». «I ruoli nella liturgia come forma della Chiesa» è stato il tema svolto da monsignor Donghi. «La bellezza della liturgia sta nel dire Padre nostro, cioè la centralità data al volto del Padre. Ogni ruolo nella Chiesa è orientato al Padre, altrimenti, come ha affermato Papa Francesco, cadremmo nell'idolatria. Anche la fede è vedere il volto del Padre e ogni ruolo nella Chiesa parte dalla paternità di Dio. Nessuno possiede la liturgia, ma tutti siamo posseduti da Cristo nella dinamica della celebrazione». Una dinamica nella gratuità («Tutto viene da Lassù»), gratitudine («Grazie al Signore per il dono offerto») e fecondità («Cioè gratuità più gratitudine»).

«Nell'azione liturgica – ha aggiunto monsignor Donghi – ogni ruolo ha una dimensione spirituale, cioè stare alla presenza di Dio con viva coscienza ecclesiale e viva passione verso l'uomo. Da come celebriamo appare la Chiesa che siamo».

Stamattina il convegno si svolge in Seminario e nel pomeriggio a Sotto il Monte con una testimonianza dell'arcivescovo Loris Capovilla e la Messa alle 16,30 presieduta dal vescovo Beschi che - per sopraggiunti problemi tecnici - non potrà essre trasmessa in streaming sul nostro sito.

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