Referendum sulla giustizia
Il 6 e il 7 la raccolta delle firme

Anche il Popolo della Libertà di Bergamo è sceso in campo, con i vertici nazionali del partito, per promuovere i referendum sulla Giustizia. La raccolta firme per raggiungere le 500.000 sottoscrizioni avverrà agli appositi gazebo il 6 e 7 settembre.

Anche il Popolo della Libertà di Bergamo è sceso in campo, con i vertici nazionali del partito, per promuovere i referendum sulla Giustizia. «La raccolta firme per raggiungere le 500.000 sottoscrizioni - necessarie alla presentazione dei referendum abrogativi sulla giustizia promossi dal Partito Radicale e sostenuti con forza anche dal Presidente Berlusconi – avverrà negli appositi gazebo presenti a Bergamo e provincia, i prossimi 6 e 7 settembre» si legge in un comunicato stampa a firma del coordinatore provinciale Angelo Capelli e del vice coordinatore provinciale Basilio Mangano.

«In particolare - prosegue il documento - , il Coordinamento Provinciale di Bergamo sostiene i quesiti sulla responsabilità civile dei magistrati, quello sui magistrati fuori ruolo, quello contro l'abuso della custodia cautelare e quello per la separazione delle carriere. Per poter raccogliere le firme necessarie per chiedere l'indizione dei referendum, il PdL di Bergamo sarà presente sul territorio e presso i Comuni che hanno messo a disposizione i moduli di raccolta delle firme, fino a metà settembre. Per informazioni è possibile telefonare presso la sede di via Frizzoni, 28, a Bergamo».

«L'esigenza di una riforma della giustizia – commenta il coordinatore provinciale Angelo Capelli – è da tempo ampiamente riconosciuta da tutte le forze politiche. E' infatti evidente a tutti che i problemi che affliggono la nostra giustizia sono al primissimo posto tra i fattori frenanti della competitività internazionale del Paese e soprattutto della sua capacità di attrarre investimenti produttivi dall'estero».

«Lo spinoso tema della Giustizia, il verdetto della Cassazione su Silvio Berlusconi, la difesa del ruolo politico del Presidente Berlusconi, hanno evidenziato ancora una volta la compromissione dei contrappesi, non più esistenti, tra i poteri dello Stato. Occorre avviare l'apertura di un nuovo e più civile capitolo del dibattito sulla Giustizia Giusta e sul suo corretto funzionamento. Il tema della Giustizia, quale fattore primario che renda una società accettabile, vivibile e sana, è da troppi anni, un problema di fondo sostanzialmente irrisolto. Senza dimenticare – conclude Capelli – che l'emergenza giustizia resta, come già detto, un nodo centrale per gli equilibri della nostra democrazia».

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