Turchia, c'è un organo da riparare
L'esperto scelto a Brembate Sopra

Sono arrivati dalla Turchia a chiedergli di mettere la sua professionalità di artigiano organaro per restaurare un organo di fine Ottocento, da quarant'anni inutilizzato. Lui, Antonio Bianchin, 47 anni, di Brembate Sopra, ha accettato la sfida.

Sono arrivati dalla Turchia a chiedergli di mettere la sua professionalità di artigiano organaro per restaurare un organo di fine Ottocento, da quarant'anni inutilizzato. Lui, Antonio Bianchin, 47 anni, di Brembate Sopra, ha accettato la sfida ed è già al lavoro tra il laboratorio di casa sua e la chiesa di Santa Maria Katolik di Izmir in Turchia.

«Sono stato contattato da Cinzia Braggiotti, di origini venete e persona di fiducia di un'importante azienda turca che ha finanziato il restauro dell'organo della chiesa di Izmir – racconta Antonio Bianchin, membro dell'Associazione italiana organari, al lavoro da giugno sulle canne dell'organo turco –. Ci siamo scambiati una breve corrispondenza, concordando un sopralluogo, effettuato nel giugno 2012. All'incontro c'era pure il parroco, padre Francesco. L'organo è stato costruito tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento da una ditta veronese: da circa 40 anni è inutilizzato e necessita di un certosino lavoro di restauro per riportarlo a una piena funzionalità».


Nel mese di giugno si è svolta la prima fase di restauro con lo smontaggio delle canne, il loro inventario e il riordino. Poi in Italia sono state ricostruite le canne mancanti o inutilizzabili, che verranno inviate sul posto via mare. A settembre si procederà con un secondo intervento per la riparazione in loco.

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