Maltrattamenti da venti anni
Lovere, operaio finisce in cella

È finito in carcere dopo l'ennesima lite con la moglie e la figlia, degenerata in minacce e maltrattamenti. Un egiziano residente a Lovere da giovedì mattina 3 ottobre è detenuto in via Gleno a Bergamo, dopo essere stato arrestato dai carabinieri di Lovere.

È finito in carcere dopo l'ennesima lite con la moglie e la figlia, degenerata in minacce e maltrattamenti. Un egiziano residente a Lovere da giovedì mattina 3 ottobre è detenuto in via Gleno a Bergamo, dopo essere stato arrestato dai carabinieri di Lovere che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Bergamo.

L'uomo, 57 anni, era noto alle forze dell'ordine perché già in passato la moglie lo aveva denunciato e querelato a seguito di una lunga serie di atti persecutori. L'ultimo episodio, quello che ha fatto scattare l'ordinanza, risale al 13 settembre quando l'egiziano, pur non potendo più avvicinarsi ai suoi familiari, si era presentato alla porta di casa dell'appartamento di via Bragadino in cui vivono la moglie, 52 anni, e la figlia 19enne sfondando la porta.

L'uomo, operaio in una azienda del basso Sebino in cui non sembra aver mai creato problemi, è descritto come all'apparenza mite e tranquillo, ma sempre sul punto di scattare con violenza e ira nei confronti dei propri familiari: le prime segnalazioni della moglie per minacce e maltrattamenti risalgono addirittura a vent'anni fa, dopo la nascita del primo figlio che ora ha formato una sua famiglia.

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