«Ustionato e morto in ospedale
Qual è la verità su nostro papà?»

«A un anno dalla tragica e assurda morte di nostro padre non ci è ancora stata data alcuna spiegazione su quanto è successo, né sulle eventuali responsabilità che hanno causato l'incidente». A scriverlo sono Antonella e Serafina Orsini.

«A un anno dalla tragica e assurda morte di nostro padre non ci è ancora stata data alcuna spiegazione su quanto è successo, né sulle eventuali responsabilità che hanno causato l'incidente». A scriverlo in una lettera al nostro giornale sono Antonella e Serafina Orsini, figlie di Massimo Orsini, il pensionato di 79 anni originario di Gromo morto il 17 settembre dell'anno scorso dopo essere rimasto accidentalmente ustionato in un intervento chirurgico agli Ospedali Riuniti di Bergamo.

L'uomo cadde accidentalmente a causa della rottura della sedia su cui si trovava, battendo violentemente la testa e riportando gravi lesioni. Fu ricoverato in prognosi riservata ai Riuniti e il 10 settembre i medici decisero di sottoporlo a tracheotomia, per facilitarne la respirazione: un'operazione considerata non difficoltosa, ma in quel caso, mentre il chirurgo stava per intervenire, si era sprigionata una fiammata che aveva investito il paziente. Sette giorni dopo Orsini morì.

Sul caso la procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, iscrivendo nel registro degli indagati un chirurgo e una anestesista. «Ormai è passato un anno - aggiunge Antonella, raggiunta telefonicamente - sappiamo solo che sono state effettuate due perizie, da parte di un medico e da parte di un tecnico, ma non ci è stato ancora detto nulla sulle cause dell'incidente, su eventuali errori o responsabilità. Aspettiamo risposte e speriamo che non accada più a nessuno quello che è successo a nostro padre».

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