Astino, la chiesa splende
Ora si attendono altre opere

«Le tele dell'Orselli torneranno lì». E Friedel Elzi indica le 2 cornici ovali in controfacciata, sopra l'ingresso di una chiesa del Santo Sepolcro mai vista così bella. «Siamo quasi pronti, il 31 ottobre la restituiremo alla nostra Bergamo».

«Le tele dell'Orselli torneranno lì». E Friedel Elzi indica le 2 cornici ovali in controfacciata, sopra l'ingresso di una chiesa del Santo Sepolcro mai vista così bella. «Siamo quasi pronti, il 31 ottobre la restituiremo alla nostra Bergamo» spiega il presidente della Val d'Astino.

La prossima settimana torneranno dal restauro a Brera 3 delle 4 tele di Defendente Ghislandi (fratello di Fra' Galgario) che saranno ricollocate dietro l'altare. «La quarta purtroppo è andata persa, ammalorata dall'umidità» precisa Alessandra Civai, storica dell'arte e consulente della Fondazione Mia, Misericordia Maggiore, proprietaria della Val d'Astino. «Da lunedì passeremo al colore del pavimento in cotto toscano...», gongola Elzi.

Le due tele dell'Orselli («Madonna annunciata» e «Angelo annunciante») si fronteggeranno con due ovali dedicati ai santi Pietro e Paolo del medesimo autore, che verranno ricollocati sopra l'altare. «Questi sono sempre stati in nostro possesso» spiega Elzi: i primi due sono invece tornati all'ovile mercoledì sera, in modo rocambolesco. Fatti trovare con una telefonata al parroco di Longuelo. Non una modalità inedita, perché pare che in un recente passato altre opere abbiano seguito percorsi analoghi, passando per altre chiese.

«Che devo dire? Mi auguro solo che l'esempio venga seguito da altre persone» rileva il presidente della Val d'Astino: «Noi accogliamo tutti a braccia aperte». E all'appello mancano ancora 49 opere. Come il gruppo di 3 statue lignee di Giovanni Sanz.

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