Dopo settant'anni in paese
Leffe riabbraccia i suoi alpini

Sono passati quasi settant'anni, ma il tempo non cancella ricordo e sacrificio. Leffe onora, nel fine settimana, il ritorno in paese delle spoglie mortali degli alpini Santo Pezzoli e GioBattista Lanfranchi, caduti in Germania durante la Seconda guerra mondiale.

Sono passati quasi settant'anni, ma il tempo non cancella ricordo e sacrificio. Leffe onora, nel fine settimana, il ritorno in paese delle spoglie mortali degli alpini Santo Pezzoli e GioBattista Lanfranchi, caduti in Germania durante la Seconda guerra mondiale.

Per rintracciare queste e altre 296 salme è risultato decisivo il lavoro del veronese Roberto Zamboni che ha identificato con pazienti indagini i luoghi di sepoltura di molti italiani detenuti in Germania. L'elenco dei bergamaschi rintracciati era stato pubblicato su L'Eco di Begamo nel 2010.

«Le pratiche di rimpatrio non sono state semplici - conferma il sindaco Giuseppe Carrara - e dobbiamo ringraziare l'Associazione Famiglie Caduti e Dispersi in guerra di Bergamo. È un'occasione importante per ricordare i valori di libertà e democrazia soprattutto ai più giovani, che per fortuna non hanno vissuto dal vivo la tragedia e i lutti della guerra».

In Valle, lo scorso anno, erano rientrati i resti di un altro alpino, Antonio Colombi di Gandino. La ricerca di Zamboni ha rintracciato anche un altro leffese, Rinaldo Zambaiti, classe 1908, morto il 7 novembre 1941 e sepolto ad Amburgo. I resti del caduto GioBattista Lanfranchi sono tornati a Leffe il 3 ottobre. Aveva 57 anni quando morì in Germania nel febbraio 1944. Era padre di tre figli: Angelo (morto nel 1998 e per anni organista della parrocchiale di S.Michele), Lina e Alessandro.

«Sono morti - sottolinea la nipote Liliana, figlia di Alessandro - senza conoscere la sorte del padre, ma il suo ricordo è sempre stato vivo in tutti noi». GioBattista morì in un campo di lavoro e fu sepolto nel Cimitero italiano d'onore di Francoforte sul Meno, nel «riquadro C, fila 7, tomba 10». Dettagli non così semplici da rintracciare negli archivi frettolosi di quei giorni e nelle pieghe di una burocrazia che negli anni ci ha messo molto del suo.

«Il desiderio di riportarlo a casa - aggiunge la nipote - è stato immediato e abbiamo trovato preziosa collaborazione anche dal Comune». Oltre ai nipoti, ad accogliere le spoglie di Lanfranchi al cimitero di Leffe (dove in queste settimane sono state custodite nella tomba di famiglia) c'era anche Elisa Zenoni, 92 anni, moglie di Alessandro e nuora del caduto.

Qualche giorno prima, esattamente il 26 settembre, erano ritornati in paese anche i resti di Santo Pezzoli, deceduto nel 1944 ad Amburgo, durante un bombardamento, quando era prigioniero dei tedeschi. A Leffe vive ancora la sorella Maria, 83 anni, con nipoti e familiari.

«Santo – ricorda l'omonimo nipote, assessore comunale - era nato nel 1924. Insieme al fratello Angelo (classe 1922) era stato richiamato in guerra: l'uno, Santo, fra gli Alpini e l'altro in Fanteria. Provenivano da una famiglia dedita al tessile e al commercio ambulante dei "coertì". Finirono entrambi in Germania. Angelo, catturato in Jugoslavia, fu impiegato in una miniera di carbone, per la sua esperienza nelle cave di lignite della Val Gandino, e tornò a Leffe dopo la guerra. Santo finì invece ad Amburgo, dove morì sotto un bombardamento americano il 6 settembre 1944».

«Secondo testimonianze di altri commilitoni - aggiunge il nipote - era in una trincea con decine di altri soldati. La bomba uccise i militari di un lato, mentre gli altri (fra cui alcuni leffesi) rimasero incolumi o feriti. Fra loro c'era Pietro Pezzoli, morto a Leffe pochi mesi fa».

Il Comune di Leffe, in collaborazione con le associazioni del paese ha organizzato una commemorazione in occasione del 95° della Vittoria. Da venerdì 1 novembre è allestita la camera ardente nella Sala Consiliare in Municipio, con picchetto d'onore degli alpini del Gruppo locale. Sarà aperta (anche sabato) dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 19. Domenica 3 novembre alle 9,45 un corteo traslerà le urne nella chiesa parrocchiale per la messa di suffragio. Seguiranno la cerimonia al vicino monumento ai caduti e il corteo al cimitero.

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