Crescono le spese
e la Regione dà poco

Ad un rapido esame delle diverse situazioni, l'andamento della crescita delle rette delle case di riposo nella nostra provincia sembra rispecchiare per lo più gli adeguamenti Istat, pari a circa il 3 per cento. E le cause degli aumenti sono molte, tra cui spiccano la rivalutazione dei contratti per i dipendenti e per quelli degli appalti esterni, gli incrementi delle spese per le utenze e gli adeguamenti al costo della vita.
Ad Alzano, la Fondazione Martino Zanchi per il 2009 chiederà al giorno un euro in più rispetto al 2008, mentre a Brembate Sopra e alla Fondazione Casa di ricovero Santa Maria Ausiliatrice di via Gleno si chiederà 1 euro e 20 centesimi in più al dì.
«La situazione è complessa e varia a seconda di ogni singola struttura - specifica monsignor Maurizio Gervasoni, presidente dell'Associazione San Giuseppe -. In Lombardia la realtà delle case di riposo è in uno stato di generale difficoltà. Sicuramente la Regione dovrebbe adeguare il contributo e alleggerire famiglie e comuni. Le strutture, infatti, somigliano sempre di più a piccoli ospedali, con conseguente crescita dello spessore sanitario-assistenziale e delle spese».
Sembrano infatti dettati da specifiche situazioni interne gli aumenti più alti registrati nelle nostra provincia: «Abbiamo dovuto adeguare il personale agli standard regionali, assumendo otto nuovi infermieri, rinnovare i contratti dei dipendenti scaduti da tre anni, risanare una politica di gestione problematica e supplire alla mancanza di liquidità, il tutto a fronte dell'odierna crisi economica e della progressiva diminuzione delle entrate legate a eredità e beneficienza», spiega Dario Perico, nuovo direttore amministrativo del Centro don Orione di Bergamo. Spetta infatti a questo centro di ricovero cittadino il primato degli aumenti delle rette, che, nel 2009, saranno pari a 4,5 euro in più al dì, maggiorati di altri 2 euro in caso di camera singola. «A fronte di un mancato adeguamento delle tariffe negli ultimi anni - specifica Perico -, non abbiamo fatto altro che riallinearci agli standard provinciali».

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