L’episodio, in effetti, non ha ancora i contorni nitidissimi e, se c’è qualcosa di netto in questa vicenda, è che è riuscita a spaccare in due l’opinione pubblica, divisa tra quelli che hanno sposato la tesi della sopraffazione e quelli per i quali lo straniero si sarebbe spogliato di sua spontanea volontà per dimostrare che non era in possesso del telefonino appena rubato a una donna. Tutto era accaduto nel novembre scorso e sarebbe probabilmente passato sotto silenzio se due ragazze, che erano sul bus numero 8, non avessero raccontato al nostro giornale la vicenda.
Le due avevano spiegato che, nei pressi della stazione, una passeggera aveva urlato di essere stata derubata del cellulare. A questo punto era intervenuto il controllore che, sempre stando al racconto delle due, avrebbe intimato a un passeggero straniero sospettato del furto di mettersi a torso nudo e calarsi i pantaloni. Per le ragazze, il dipendente Atb si sarebbe poi fatto consegnare dall’immigrato il portafogli, avrebbe preso dei soldi e li avrebbe dati alla derubata. Del telefono, però, nessuna traccia (ma c’è da dire che i borseggiatori agiscono spesso in coppia passandosi velocemente la refurtiva).
La difesa del controllore ha invece sempre sostenuto che lo straniero si era spogliato di sua iniziativa per dimostrare che non aveva il cellulare della donna.
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