Accusato di quattro omicidi
Il pm: 60 anni di reclusione

Il pubblico ministero Carmen Pugliese ha chiesto la condanna a 60 anni di reclusione per il trentatreenne albanese Almir Haruni, accusato di quattro omicidi, due a Osio Sotto nel 1998 e due alla Maresana nel 2006.
Al processo in Corte d'Assise a Bergamo il pm ha chiesto trent'anni per ciascuno dei due delitti. Secondo l'accusa, Haruni a Osio Sotto ha ucciso a colpi di pistola, insieme a complici rimasti sconosciuti, i cugini albanesi Astrit e Flamour Kolaveri, mentre sul colle della Maresana, in territorio di Ranica, avrebbe ucciso a coltellate e con un colpo di pistola altri due connazionali, Kujtim Ibaj e Florinda Mukja.
Il pm Pugliese ha sottolineato che sono state fondamentali a far luce nelle indagini le intercettazioni telefoniche, i cui tabulati hanno permesso di ricostruire i movimenti dell'imputato. Ma anche le tracce di sangue perse dall'assassino in Maresana e trovate sulle foglie vicino ai cadaveri delle vittime e sul coltello usato per ucciderle.
Proprio l'analisi del sangue ha consentito di scoprire che il Dna è lo stesso trovato sul bicchiere di un bar di Osio dove il presunto omicida dei due cugini aveva bevuto. Un confronto che, grazie alle moderne tecnologie, ha consentito di riaprire il caso più datato e di unificare i due processi che prima seguivano percorsi distinti, seppure paralleli.
Ma i difensori di Haruni contrattaccano e chiedono l'assoluzione perché «non c'è la prova certa che sia stato lui a uccidere, nonostante ci siano le prove che sia stato nei luoghi dei delitti». Così gli avvocati Andrea Tomaselli, del Foro di Milano, e Mario Murgo, del Foro di Trento.
Giovedì 5 marzo la sentenza, preceduta dalle repliche di accusa e difesa e dalla camera di consiglio. Presiede la Corte d'assise il giudice Giovanni Ferraro, a latere Ilaria Sanesi.

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