L'Autorità ha sanzionato diverse società di fornitura di questa tipologia di servizi, spesso scaricati da adolescenti, considerati quindi consumatori più deboli, perché i messaggi non chiarivano adeguatamente che richiedendo il servizio non si scaricava la singola suoneria ma si sottoscriveva un abbonamento con una decurtazione settimanale della scheda telefonica.
Ugualmente poco chiara era l'indicazione dei costi e difficile la disattivazione del servizio. L'Autorità ha sanzionato anche le società di telefonia mobile che, nei singoli casi, avevano «cointeressenze economiche» nell'offerta dei servizi e avevano collaborato nella definizione dei servizi e autorizzato i messaggi ritenuti ingannevoli dall'Autorità.
Le società coinvolte sono: Zeng, Vodafone, Telecom, Wind, H3G, Zed, Buongiorno e Dada.
Soddisfatte le associazioni dei consumatori che invitano gli utenti «truffati» a chiedere il rimborso di quanto pagato e chiedono multe proporzionate al fatturato. Secondo il Codacons il fenomeno delle suonerie genera in Italia un business pari a circa 800 milioni di euro l'anno, ma, spiega il presidente Carlo Rienzi, «sono troppe le truffe e le pratiche scorrette che caratterizzano questo settore. Basti pensare che 8 siti internet su 10, specializzati nella vendita di suonerie e prodotti simili, non rispettano la normativa europea».
Il prezzo medio di una suoneria va dai 3 ai 5 euro, prosegue Rienzi, e tra le principali scorrettezze a danno degli utenti «vi è la prassi di non specificare l'avvenuta adesione ad abbonamenti settimanali, nonché quella di non indicare chiaramente come disdire il servizio di invio suonerie direttamente sul cellulare».
Secondo Federconsumatori e Adusbef «è una vergogna che, a pochi anni dall'apertura del mercato delle telecomunicazioni, la concorrenza fra i pochi gestori si sviluppi spesso a danno degli utenti, contro ogni esigenza di trasparenza del mercato e di qualità e correttezza dei servizi offerti».
Antitrust e Agcom, spiegano le associazioni, «sono costrette ad operare come dei poliziotti di quartiere». L'Adoc apprezza lo sforzo dell`Antitrust di far rispettare le regole di mercato e di tutelare i consumatori, ma, sottolinea il presidente Carlo Pileri, le norme «sono ancora troppo labili per dissuadere le società di telecomunicazioni dal praticare iniziative commerciali scorrette».
Secondo le stime di Adoc per le compagnie «il fatturato derivante dai servizi quali loghi e suonerie si aggira sui 300 milioni di euro», e una sanzione di 2,2 milioni «non disincentiva affatto le società». L'Antitrust, continua Pileri, «deve essere dotata di più poteri, deve avere la possibilità di comminare sanzioni proporzionali al fatturato, come avviene in altri Paesi, in primis gli Usa».
L'Adoc e il Codacons invitano gli utenti a chiedere «il rimborso di quanto ingiustamente sottratto alle compagnie telefoniche, considerate responsabili».
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